(di Luigi De Magistris – ilfattoquotidiano.it) – L’arresto del presidente della Regione Liguria riporta all’attenzione l’urgenza della bonifica di cui necessita il sistema politico. La questione morale è l’epidemia democratica che corrode la nostra repubblica. È da circa mezzo secolo che l’Italia è attraversata da scandali, corruzioni, gestione illecita del denaro pubblico, istituzioni asservite ad interessi privati, penetrazione delle mafie sino al cuore dello Stato. Non più una criminalità che collude con il potere ma che si è fatta istituzionale. La questione morale nel senso più nobile, ossia dell’onestà, dell’etica pubblica, della coerenza e della credibilità, sta a cuore davvero a pochissimi politici, si fa fatica a contarli sulle dita di due mani.
Non tutta la questione morale è questione criminale. Nessun partito si può tirare fuori dalla questione morale nel senso più nobile del termine. Chi crede nella questione morale ad esempio deve essere credibile sempre, non può allearsi con chi è putrefatto da una questione morale divenuta questione criminale. È urgente unire le persone che nella vita politica ed istituzionale hanno fatto dell’onestà, dell’etica pubblica, della coerenza, della lotta senza ambiguità al malaffare, alla corruzione e alle mafie e così potremo già contare su una classe dirigente politica ed istituzionale potabile, forte, incorruttibile, inavvicinabile.
La questione morale criminale sta nuovamente esplodendo e la politica corre ai ripari cercando di far tacere l’informazione controllandola e mettendo sotto tutela del governo la magistratura. Da Bari a Torino, da Avellino a Napoli, da Genova a La Spezia, da Palermo a Catania, l’Italia è attraversata dalla criminalità istituzionale in tutte le sue forme. Mazzette tradizionali mai passate di moda, tariffario per la compravendita dei voti, incarichi e consulenze, affidamenti diretti, appalti e sub appalti, privatizzazioni ed esternalizzazioni, concessioni e permessi, piani regolatori e bonifiche, contratti di sviluppo e Pnrr, pubblico e privato a braccetto per consolidare la categoria dei prenditori. Una cloaca sempre più puzzolente. Per la magistratura però è sempre più difficile indagare.
Leggi ostacolo, modifiche dell’ordinamento giudiziario tese a realizzare il magistrato conformista, gerarchizzazione degli uffici, clave disciplinari non per i magistrati collusi, pigri o pavidi ma per quelli bravi e coraggiosi sgraditi al potere, separazione delle carriere per mettere il pm sotto l’esecutivo, eliminazione dell’obbligatorietà dell’azione penale che è corollario necessario per attuare l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge perché altrimenti sarà la politica a decidere quali reati perseguire: quindi sicuramente immigrati clandestini, rom, studenti pro Palestina, pacifisti, attivisti contro il biocidio e a difesa della natura, mentre avremo salvacondotti con la legalità della carta da bollo per corrotti e corruttori, borghesia mafiosa, colletti bianchi.
L’impunità di Stato sempre voluta da quasi tutte le forze politiche ed oggi finalmente realizzabile dal governo delle destre+centro+sinistra di sistema. Gelli sarebbe contento nel veder realizzato il suo piano di rinascita democratica. La Nuova P2 oggi decolla in piena era massomafiosa. La resistenza costituzionale contro tutti i fronti di attacco diviene sempre più urgente. Per quanto riguarda la questione morale poi, senza una magistratura autonoma ed indipendente, sarà la fine dello stato di diritto.