Diamante e Alto Tirreno, la favola dei territori di Nord Ovest

La favola dei territori di Nord Ovest

PROLOGO

Cantami o diva del prode Dio Tevere che tanti lutti ha inflitto ai gioielli per conquistare il suo posto al sole al cospetto del Dio Palla Palla, in guisa del Dio Mafia.

Cantami delle tenzoni ma anche dei sortilegi, delle formule utilizzate per coprire intrighi, corruzioni, depravazioni e superficialità di ogni tipo.

Cantami o Diva di come il Dio Palla Palla riuscí a conciliare il Dio Mafia e il Dio Tevere per evitare gli strali del supremo Dio de Medici.

TESTO

C’era una volta una ridente riviera posta a nord ovest della capitale del regno degli Dei Calabri, dove comandava indisturbato il Dio Palla Palla, signore della Sila, padrone di San Giovanni. Succedeva che in quel territorio governasse indisturbato il Dio Mafia, governatore di Gioiello, al soldo del grande Dio Muto, reggente locale di una società segreta che faceva dell’onore la regola aurea.

Il Dio Mafia era di gran cuore, tanto grande da concedere all’aspirante dea Poppea 30000 scudi d’oro per una fugace apparizione  ai suoi baccanali d’estate, organizzati dal fido Monaco, guerriero dallo scettro a forma di peperoncino.

Tante cose belle e buone aveva fatto il Dio Mafia nei territori di Nord Ovest: il porto di Gioiello, l’Ospedale di Praticóia e il mare fatto diventare rubino. Ma tutto questo non era sufficiente per un recalcitrante Dio Tevere, signore di Cipolla, voglioso di proporre il suo modello di sviluppo, appreso dal suo padrino e mentore, il Dio Madonia.

Il Dio Madonia, allora trapassato, ha dominato per decenni incontrastato nei territori di Cipolla, da sempre schiava e sottoposta a Gioiello, decidendo della vita e della morte di tutti. Il suo aspetto austero e imponente, i modi decisi avevano convinto il Dio Muto, sempre lui, ad affidargli le sorti di questa piccola e laboriosa comunità.

Il Dio Tevere, allora, stanco di essere schiavo del Dio Mafia si ribelló e chiese consiglio al suo amico cavaliere, il Dio dei Ricci, reggente del Piano, sui monti devoti al Dio Bacco.

Ma il Dio dei Ricci era amico fraterno del Dio Palla Palla, con lui aveva condiviso la scalata al potere e grande aiuto portava per questo al suo scudiero, il Dio Tevere.

Per confondere le acque il Dio Tevere intrecciava perversi e innaturali rapporti con il Dio de Morris, allievo del Dio dei Grilli. Ma erano solo falsi ammiccamenti, di sicuro concordati con il Dio dei Ricci per forzare la mano al Dio Palla Palla.

Alla fine il Dio Palla Palla portó la pace in quei territori, gratificó il Dio Tevere senza scontentare il Dio Mafia, con l’alta benedizione del Dio Muto. E vissero tutti felici e contenti.

PER CHI NON AVESSE CAPITO…

Dio Palla Palla = Mario Oliverio, presidente della Regione

Dio Tevere = Ugo Vetere, sindaco di Santa Maria del Cedro

Dio dei Medici = Matteo Renzi

Dio Muto = il boss Franco Muto

Dio Mafia = Don Ernesto Magorno, affiliato del clan Muto

Dea Poppea = Belen Rodriguez

Monaco = Enzo Monaco, presidente dell’accademia del Peperoncino

Praticòia = Praia a Mare (regno di Praticò)

Cipolla = Santa Maria del Cedro (un tempo si chiamava Cipollina)

Dio Madonia = Rolando Madonia (morto qualche anno fa) esponente di spicco del clan Muto

Dio dei Ricci = Arturo Riccetti di Verbicaro (il piano è una località di Verbicaro) ex fidatissimo assessore alla viabilità della Provincia di Cosenza ai tempi di Oliverio presidente

Dio dei Grilli = Beppe Grillo

De Morris = il senatore Morra