Diamante, Don Magorno e il partito dei costruttori

A Diamante domani si vota. Si doveva votare già in concomitanza con le Europee ma la prematura morte di Ernesto Caselli ha portato al rinvio delle elezioni. Già da allora tuttavia era chiaro quale sarebbe stato l’epilogo di questa triste storia, con Don Magorno quasi “costretto” a candidarsi a sindaco. Un mese fa, grazie all’emittente televisiva Telediamante, avevamo assistito al comizietto che il senatore Don Magorno aveva tenuto a Diamante, il giorno prima del voto per le Europee. Quello che era subito saltato agli occhi da subito era stata la mancanza di pubblico, solo circa duecento fedelissimi, che avevano cercato di ravvivare il tristissimo comizio di questo “impresentabile” con qualche timido applauso.

Don Magorno faceva quel comizio, a pochi giorni dalla morte del candidato a sindaco Ernesto Caselli, per salvare il salvabile e in pratica annunciare la sua vergognosa scesa in campo. La lista di Caselli, del resto, il giorno stesso della sua morte, si è sfasciata. Molti i candidati della lista che volevano fare i sindaci, e diversi di loro hanno subito scelto di abbandonare la barca, prima che affondasse.

Don Magorno non avrebbe voluto candidarsi a sindaco ma aveva “allacciato” troppi patti stretti con i maggiori costruttori di Diamante, Savarese in testa, noto speculatore dalla lunga storia, ma anche suo suocero che ha ancora il cantiere della nuova Conad (semi) bloccato, e di seguito Branda e Santoro, che ancora spera di poter riattivare il porto.

Per Don Magorno è un grave rischio scendere in campo, specie dopo aver preso la miseria di 396 voti alle Europee. Davvero troppo pochi, ma in questo mese ha provato a fare ancora una volta mille patti con mille diavoli: domani sapremo se avranno avuto successo ma di sicuro, se don Magorno perdesse, sarebbe una grave sconfitta, non tanto per il suo partito oramai inesistente in Calabria, ma per le prossime trattative, ovvero per il suo passaggio in altri schieramenti ai quali si stava preparando da tempo. Questa lista è ora nelle mani di Savarese e di Don Magorno e la gente lo sa benissimo: toccherà ai liberi cittadini stabilire se questa armata di traffichini e faccendieri è degna di governare una città come Diamante o se – come molti sperano – sarà presa a calci nel sedere. 

Lo sanno tutti perché si sono rimessi insieme dopo che sono volati gli stracci per anni: a Savarese ed ai costruttori interessano i terreni di Cirella nei pressi dell’area dei ruderi, a Santoro interessa restare concessionario del porto, a Branda altri terreni nei pressi del suo grande albergo. Giocoforza dovevano mettersi insieme. I commercianti di Diamante non hanno visto di buon occhio la nascita della Conad e di quanto ci sarà dentro che ancora di più ridurrà la loro già piccola clientela. Ma Don Magorno promette posti di lavoro a tutti e chi ci crede è solo un povero illuso. Meditate, gente, meditate…