Diamante. Magorno lascia la politica dal suo (grigio) balcone tra chiacchiere e ombre

di Saverio Di Giorno

Ernesto Magorno ha dato l’addio alla politica. Dal balcone. Non una scelta felicissima, per usare un eufemismo. Negli ultimi anni nella fase calante della sua lunghissima parabola politica gli errori si sono ripetuti a dismisura. Chiunque abbia provato a scrivere in Calabria negli ultimi decenni in qualche modo si è ritrovato Magorno tra le carte: l’ultimo “pezzo” che gli abbiamo dedicato è stato in occasione della cittadinanza a Gratteri.

Magorno ha salutato tra gli applausi. Verrebbe da dire ha vinto lui, se può fare questa uscita di scena nonostante anni di vicinanze chiacchierate, carte di inchieste mai apparse, polemiche e accuse che mai lo hanno scalfito. E a cui lui mai si è degnato di rispondere e chiarire. Ha detto: lascio il modello Diamante E allora per l’ultima volta è necessario ripetere che cosa sia stato il modello Magorno. Non perché sia qualcosa di particolarmente speciale, ma perché è uno dei tanti, forse il più esposto, ma che si replica da Reggio in su. Per riconoscerlo. Per ricordargli e ricordarci che non ci sono solo applausi.

Magorno è sempre stato grigio. E chiacchierato. Fin quando (noi cittadini) non sapremo con certezza chi è il parlamentare, un tempo Pd, che si vantava di essere “accriccato” e vicino al mondo delle cliniche private; fin quando non capiremo chi era l’omissis su quelle intercettazioni e che fine ha fatto quell’indagine (2016); fin quando non ci sarà una risposta sulle accuse di alcuni video di cui Iacchite’ ha scritto che accusano il suo comune di mazzette e da cui è sorta l’indagine sulla depurazione che lega il suo comune a favoritismi, ci sarà il legittimo dubbio che Magorno sia o meglio sia stata una frequentazione sospetta. Di più: Magorno anche sul lato jonico è stato (e forse è) vicino ai patron della sanità privata iGreco su cui esiste un’informativa della Finanza di Crotone (anche questa pubblicata da Iacchite’) che apre inquietanti interrogativi. In quell’informativa si parla di una riunione avvenuta a casa di Magorno per una spartizione della sanità.

Ma Magorno non è solo grigio per questioni di legalità. È grigio all’interno dei partiti dove ha traslocato. Vicino a Oliverio fin quando le cose andavano bene, poi vicino al partito di Gratteri. Poi renziano, uno dei contatti più stretti di Renzi in Calabria. E i renziani in Calabria richiederebbero tutti una parentesi. Al Copasir, con tutto quello che comporta questa nomina. Ogni estate regista dei suoi salotti che hanno visto transitare personalità importanti di governi, chiesa e magistratura.

Magorno frequentava gli ambienti delle cliniche private mentre il territorio aveva bisogno di sanità pubblica forte e presente. Magorno beveva acqua di mare mentre i cittadini lamentavano disservizi. Magorno aveva ruoli di responsabilità mentre sul suo territorio (locale e non) molti ragazzi vengono pagati poche centinaia di euro nei supermercati. Attività a volte riconducibili direttamente o indirettamente ai suoi ambienti. Magorno ha governato questo territorio e questa nazione per decenni, tanti e lunghi e in questi anni la ‘ndrangheta non è mai arretrata.

Forse non ha responsabilità penali, anzi sicuramente. Nessuna indagine, mai. Ne ha certamente di politiche e storiche date le conseguenze. Lui dice che il suo modello è stato dare visibilità e lustro intorno. Quella ricchezza a pioggia che ha potuto calamitare è esattamente il modo di governare che blocca questa terra. La politica che punta su concessioni, eventi e servizi a qualche imprenditore e relative famiglie che possono tirare avanti. Che distribuisce, ruoli, gettoni presenza ai festival di finti intellettuali, presenza e notizie a qualche giornalista che si assicura lo stipendio. Per questi pochi privilegi concessi ci si assicura che siano tutti in fila (o in lotta per averli), ci si assicura un consenso più o meno placido. E gli applausi a fine carriera. Intorno restano i bisogni e le mancanze.

Verrebbe da dire sarebbe meglio una damnatio memoriae. Invece no. Bisogna analizzare e ricordare. Per riconoscerli altrove (è il modello Occhiuto!). Per dire semplicemente: non tutti erano ad applaudire. Se vittoria è stata, non completa.