Direttamente dal programma elettorale 2011: tutte le chiacchiere di Occhiuto/3

Dopo una premessa che dire aria fritta è poco, fatta per lo più di termini e concetti scopiazzati da chissà dove, molti dei quali rigorosamente scritti in inglese, giusto per darsi un tono da professionisti della “progettazione” tipo: Hub, network, stakeholder, work in progress, e cazzate simili, il capitolo dedicato agli Artigiani del programma di Occhiuto del 2011 è anche corredato da espressioni che comprenderle è veramente complicato, tanta è la vacuità, tipo il metodo da seguire per aiutare gli artigiani.

“In termini metodologici si tratterà di progettare la complessità. Intuire, cioè, le valenze di interconnessione e causalità che caratterizzano il disegno del governo locale. Occorrerà disegnare le complementarietà fra i diversi processi senza mai cedere alla tentazione della gerarchizzazione delle decisioni”.

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Vi sfido a tradurlo in lingua corrente. Ma leggiamo insieme quali erano le promesse fatte da Occhiuto agli artigiani cosentini nel 2011, e quello che effettivamente è stato realizzato. Sempre che, per i sostenitori di Occhiuto il programma elettorale conti qualcosa. Nel senso che: se tu mi voti io realizzo questo. Mi pare che funzioni così.

Ma a Cosenza posso anche sbagliarmi. Perché il voto si può dare anche per mille altre cose. E quindi per i votanti di Occhiuto potrebbe essere irrilevante il programma. Solo carta straccia che si fa tanto per farlo. Osservalo non è obbligatorio. Noi pensiamo che un buon politico chiede il voto sul programma, e la sua realizzazione è una questione di etica e serietà politica. Se non fai quel dici la gente non ti vota più. Così funziona altrove. E su questo noi ci basiamo. Poi ognuno è libero di pensarla e di votare chi vuole.

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ARTIGIANATO

Cosenza vanta una tradizione secolare nel settore delle arti e delle professioni.

Diventa importante immaginare un Piano dell‟Artigianato Cittadino mirato al recupero ed alla valorizzazione di attività e competenze altrimenti destinate all‟isolamento dai mercati di riferimento.

Proponiamo pertanto:

1- In collaborazione con le Associazioni dell‟Artigianato, la creazione di una “Mappa delle Competenze Artigiane Cittadine”;

Chiediamo alle Associazioni dell’Artigianato: è stata creata questa mappa delle competenze artigiane cittadine? Non credo proprio. Bollata anche questa come Chiacchiera. Andiamo avanti.

2- In collaborazione con gli Istituti Professionali cittadini, la sperimentazione di programmi didattici finalizzati al recupero di antiche arti e professioni da sostenersi attraverso la promozione di specifici progetti da avviare a finanziamento presso la Regione e l‟Unione Europea;

Cari Istituti professionali, avete avviato programmi di sperimentazione didattica per il recupero di arti e professioni? Avete ricevuto, per questo, un solo euro dalla regione o da progetti specifici della comunità europea? Anche qui, che te lo dico a fa. Chiacchiera.

3- In collaborazione con le Banche di Credito Cooperativo, la promozione di specifici programmi di finanziamento agevolato, mirati alla nascita di micro-imprese artigiane da localizzare in città;

Care micro imprese artigiane, avete ricevuto finanziamenti agevolati, per costruire la vostra attività in città? Cumu i vù? Spicci o sani?

4- In collaborazione con i Comuni dell’Area Metropolitana, la creazione di un Tavolo Permanente sull‟Artigianato Locale aperto agli Enti Locali ed alle Associazioni di Categoria per la definizione di politiche attive a sostegno degli operatori del settore.

Cari comuni dell’area metropolitana, avete avviato il tavolo permanente sull’artigianato, per sostenere i poveri artigiani che tra tasse e crisi non ce la fanno più? Sì, na bella radica di tutumagliu…

Questo è quello che aveva promesso agli artigiani e come potete leggere nulla è stato fatto. Giudicate voi. Se per fare, intendete e vi accontentate di quattru mattuni ‘mbacchiati a santa Teresa, fate voi. Vuol dire allora che ci meritiamo di essere presi in giro.