Dirigenti al Comune: Rio e la Calabria che cresce

Detto dei vari Benito Canetti, Anna Cipparrone, Pietro Manna, Eva Catizone e Alida Stranges, tutta gente o con titoli carenti o con problemi dinanzi la Corte dei conti, ecco spuntare Raffaele Sergio Rio, tra quanti ambiscono a un posto di dirigente comunale.

La sua storia è esemplare. Dopo l’apprendistato nelle segreterie politiche e nelle televisioni di regime, fa il grande salto di qualità quando viene nominato direttore generale al Turismo da Scopelliti. Ma viene cacciato dopo due anni perché ci si accorge che non aveva i titoli!

Fumoso come una bistecca sfuggita al controllo della cottura, in due anni non ha prodotto (quasi) nulla, salvo poi scrivere con enfasi sui giornali che è la burocrazia la piaga della Regione.

Ritornato a Demosmopika, è uno che si inventa a suo piacere le rilevazioni di mercato. Come tanti altri, beninteso. Non ci scandalizziamo.
Ma oggi, per esempio, ha smentito addirittura Bankitalia e Confindustria, affermando che la Calabria cresce economicamente!

Tuttavia, non è certo questa la sua dimensione ideale e pare che, in questi ultimi mesi, abbia scelto Mario Occhiuto per rientrare nel “giro”. In questo caso con un bell’incarico di dirigente.

Se sono questi i nomi dei dirigenti in pectore possiamo tranquillamente fasciarci la testa perché tanto ce la romperemo molto presto.