Gabriele carissimo,
sapevo già prima di scriverti la mail, che lo stratega di turno dell’Ente avrebbe posto in essere, come da routine consolidata, le giustificazione a compenso dei grandi sacrifici che costoro fanno per adempiere a modo loro, ai compiti “gravosi” ai quali sono sottoposti quotidianamente, fatte salve comunque le pause mattutine per il caffé e per le sigarette da consumare durante le ore di servizio.
Se penso a quanti avrebbero titolo costituzionalmente ad avere un posto di lavoro e ottemperare dignitosamente senza pause e senza altre scusanti, a svolgere con assoluta efficienza i compiti loro assegnati, mi viene una grande rabbia invece assistere e subire le angherie e i soprusi che vengono consumati a danno dell’utenza.
Costoro dovrebbero avere il coraggio di spiegare, a quanti sono costretti a fare file interminabili per ricevere spesso informazioni attinenti al servizio erogato, il perché di queste attese e dell’ approssimazione manifestata nell’azionare il display delle chiamate, ne l’utente può e deve caricare sulle proprie spalle la riduzione degli organici dell’Ente e quindi giustificare, per tale motivo, i disservizi.
L’azione disgustosa consumata quel 22 agosto poteva e doveva essere eliminata se costoro avessero avuto il buon senso di fare slittare l’orario di chiusura pomeridiana di un’ ora, cosa che si sono guardati bene dal fare.
Personalmente avrei potuto seguire un iter più sbrigativo per risolvere il mio problema quel giorno, non l’ho fatto perché ciò offende la mia dignità e soprattutto la dignità delle persone perbene e oneste.
In questa città, e sui marciapiedi di Cosenza, ci siamo cresciuti e, scusatemi il termine, pasciuti e grazie al Padre Eterno, abbiamo conoscenze a 360 gradi, e come spesso fanno in tanti, e questo Ente non è di meno, con la telefonata di turno all’amico dipendente e/o al funzionario, avrei superato le file e gli intralci di ogni genere. Basta poco per dimostrare l’uso incontrastato di tale metodo.
Un abbraccio affettuoso
Marcello Cappa