Dossieraggio di stato. Dopo Mimmo Lucano, tocca a Luca Casarini

Dopo l’assalto a Riace con l’incriminazione di Mimmo Lucano accusato di fare dell’accoglienza dei migranti un business, assolto in appello da questa infamante accusa, ora tocca a Luca Casarini e all’Ong Mediterranea Saving Humans. La Meloni e il suo governo composto da razzisti e fascisti hanno un serio problema: la gestione degli sbarchi sulle nostre coste di disperati e profughi che scappano da guerre, fame e miseria in cerca di un futuro migliore. Sbarchi che avvengono, indipendentemente dai governi, da decenni, e che in questo ultimo periodo sono aumentati vertiginosamente. Il tanto annunciato blocco navale gridato in tutte le piazze in campagna elettorale dalla Meloni è rimasto, come era prevedibile, uno slogan razzista impraticabile ieri, oggi e domani. Una promessa tradita a cui bisogna porre rimedio.

La posta in gioco è alta: gran parte dell’elettorato di destra è deluso dagli insuccessi della Meloni che non è riuscita, come aveva promesso, a fermare gli sbarchi, e questo potrebbe causare un significativo calo del consenso, a cominciare da quello più fascista e razzista. Fermare “l’invasione” che attenta alla purezza della razza, è diventata, perciò, una seria priorità del governo. Bisogna soddisfare le pulsioni razziste dei tanti camerati che hanno permesso ai reietti della storia di ritornare al governo.

Da quando è al governo, Meloni non fa altro che studiare alternative praticabili all’impraticabile blocco navale, per fermare l’invasione, ma con scarso successo. La tanto annunciata battaglia della destra italiana da portare in Europa, sventolata in campagna elettorale, che avrebbe dovuto costringere gli stati membri ad accettare una “equa distribuzione” dei migranti, si è subito trasformata, una volta vinte le elezioni, in una resa incondizionata del governo Meloni ancor prima che si lanciasse l’urlo di battaglia dagli scranni del parlamento europeo. E visto che in Europa, ma anche in Tunisia e a Malta, non se la fila nessuno, gira che ti rigira, alla fine ha trovato un modo per risolvere la questione: affittare un pezzo di terra in Albania dove rinchiudere i migranti che tentano di arrivare in Europa.

Non potendo fermare gli sbarchi, ha dirottato i barconi verso l’Albania, così nessuno può più parlare di invasione, lampedusani e italiani tutti. Come dire: occhio non vede, cuore non duole. Solo che la soluzione della Meloni è da considerarsi momentanea. Una pezza che è peggio del buco. Infatti i problemi non mancano: a quelli di natura giuridica, si aggiungono i problemi politici all’interno del governo albanese. La destra albanese non ha gradito l’accordo con il governo italiano, costringendo la Meloni a spiegare ai camerati albanesi che l’operazione durerà fino alle elezioni europee, giusto il tempo di far credere agli allocchi italiani che l’invasione è stata fermata. Una mossa necessaria per non perdere voti. Poi si vedrà.

Ma per poter procedere tranquillamente bisogna rimuovere gli ostacoli sulla strada tracciata da Meloni. E dopo aver infangato i modelli carismatici di accoglienza come Riace che insistono per far rimanere i migranti a casa nostra, ora tocca infamare chi invece di dirottare i barconi pieni di migranti verso l’Albania, li soccorre e li fa sbarcare a Lampedusa. E questo cozza con il progetto di segregazione dei migranti della destra italiana: se gli italiani continuano a vedere sbarchi di migranti a Lampedusa,  “trasportati” dalle Ong che soccorrono in mare i barconi, nonostante l’accordo con l’Albania, il progetto di nascondere, momentaneamente, il problema “dell’invasione” all’opinione pubblica, rischia di saltare.

E qualcuno potrebbe gridare allo sperpero di denaro pubblico, visto che l’operazione “segregazione temporanea” in Albania dei migranti costa oltre 100 milioni di euro. Perciò bisogna fermare Luca Casarini, ex no-global convertitosi alla Santa Romana Chiesa come l’imperatore Costantino e Lindo Ferretti, che a bordo della nave Mar Jonio continua a salvare naufraghi. E c’è chi come la stampa di regime guidata da Belpietro, e dagli scagnozzi di Rete 4, sostiene essere una conversione fittizia, studiata a tavolino, per impossessarsi nientepopodimeno che della Cei (l’assemblea permante dei vescovi) con unico scopo: spillare, con la scusa di salvare vite, denaro ai fedeli.

Ad aiutare Casarini nell’ascesa clericale alcuni “vescovoni comunisti”, e il cappellano di bordo della nave Mar Jonio, colui il quale, a detta di Belpietro, più degli altri si è adoperato per posizionare l’ex no-global alla destra, anzi alla sinistra, del Papa. E prova ne è la lettera di Papa Francesco  pubblicata da Avvenire indirizzata a Casarini che inizia così: “Caro fratello Luca…”. Una lettera che più che aprire le coscienze dei fedeli è servita a Casarini, secondo la tesi sostenuta da Belpietro, per far aprire le casse ai vescovoni, come lui stesso li definisce nelle chat pubblicate da Panorama. Chat e mail finite sui giornali grazie al certosino lavoro dei soliti apparati deviati dello stato.

Ovviamente in questo caso per Belpietro non conta l’uso improprio di tale materiale, ottenuto e prodotto illegalmente, che nulla ha a che fare con il processo in corso a carico di Casarini. Pubblicare le chat private di Casarini che non contengono nessuna notizia di reato, non viola, per Belpietro, nessuna regola giuridica e deontologica. Solo quando si tratta di chat private di massomafiosi, corrotti ad alti livelli, politici collusi, e amici degli amici, bisogna avere presente la legge e la deontologia. Il dossieraggio di stato costruito su fango e bugie, in questo caso va considerato utile per il bene della patria.

Lo scopo di tanta infamia è di spezzare quello che la Meloni considera un insano legame tra Casarini e Papa Francesco. Con Casarini, finanziato e protetto dal Papa, libero di “far sbarcare” profughi a Lampedusa, il suo piano albanese rischia seriamente di fallire. Da qui l’incarico a Belpietro e scagnozzi di costruire una “campagna stampa”, che va avanti da 10 giorni, contro Luca Casarini. Che al momento, cosa strana, non ha proferito parola in sua difesa, al netto di un suo timido e incompleto intervento sull’Unità di Sansonetti, unico e solo difensore dell’ex no-global che un tempo dichiarò guerra ai potenti della Terra. E anche questo risulta strano.

Di seguito i titoloni di Belpietro su Casarini.