Ex Novelli, chi l’ha affossata (iGreco e i loro compari) ora comincia a tremare

di Ilaria Bosi

Fonte: Il Messaggero

Manifestazioni di interesse insabbiate, piano industriale fantasma e rapporti professionali, anche pregressi, da rileggere e valutare alla luce dei diversi sviluppi investigativi. Sono soltanto alcuni degli aspetti su cui la procura di Castrovillari sta stringendo la lente in queste ore, nell’ambito della complessa indagine sulla cessione di ex Novelli ad Alimentitaliani e sulle successive operazioni per cui si ipotizza a carico di Saverio Greco (in concorso con ignoti) la bancarotta fraudolenta.

L’acquisizione dei documenti negli uffici del Ministero dello Sviluppo economico (su cui il senatore Franco Zaffini ha presentato un’interrogazione parlamentare al neoministro Di Maio), effettuata nelle ultime ore dalle Fiamme Gialle di Cosenza, si concentra proprio su alcune anomalie che avrebbero caratterizzato la procedura tecnica che ha portato alla cessione degli asset al prezzo di un euro, preferita ad altre manifestazioni di interesse non considerate allettanti dal management di allora, o forse anche dalla struttura tecnica del Mise, quando si è arrivati alla scelta de iGreco.

Il carteggio acquisito dalle Fiamme Gialle è corposo ed è stato ricercato dopo un’attenta analisi della documentazione già acquisita in precedenza, che ha spinto gli inquirenti ad ampliare il raggio di accertamento. Partiti dall’ipotesi della bancarotta per lo scorporo delle Agricole da Alimentitaliani (finite in altre società della famiglia Greco poco prima che venisse chiesto un nuovo concordato), gli uomini coordinati dal procuratore Eugenio Facciolla si sono trovati a fare i conti con dati mancanti e anomali, che richiedono doverose verifiche nell’interesse e a garanzia di tutte le parti in causa. Dipanare tutte le questioni su cui, di fatto, si sono poi fondate le successive operazioni al centro dell’interesse investigativo, è necessario per non lasciare zone d’ombra, visti i consistenti dubbi che si sono accumulati in questo anno e mezzo.

Le manifestazioni di interesse ignorate o sottovalutate rappresentano uno degli elementi-chiave: in una relazione inviata a giudice delegato e commissari giudiziali nel dicembre 2016, l’allora presidente del cda Musaio parlò di 29 proposte poi scremate a 8. Gli interessati si interfacciarono con lo stesso Musaio e con un advisor milanese.

Tra questi, però, ci sarebbe anche il caso documentato di una manifestazione, relativa al Pet Food, arrivata anche sul tavolo del rappresentante ministeriale della vertenza, scrive nell’esposto depositato più di un anno fa alla procura di Terni, uno dei soci della famiglia Novelli, Enzo.