Facciamo una premessa. Il nuovo direttore generale dell’Asp di Cosenza Raffaele Mauro, malgrado la sua appartenenza a Madame Fifì, aveva provato, appena insediato, a eliminare questi falsi precari raccomandati e parassiti. Ma è stato subito rampognato e convocato a Catanzaro per rimediare e prendere ordini: quei parassiti vanno definitivamente sistemati. Eh sì, perché dopo 6 anni dalla loro domanda di “inserimento” in graduatoria adesso devono essere regolarizzati ed avere il posto così tanto agognato. Sempre alla faccia nostra.
Procediamo con ordine e proviamo a farci qualche domanda.
Dove ha preso vita questo elenco? E dove sono state raccolte tutte le domande con relativa documentazione di tutti gli “aspiranti”?
Bene, l’ufficio era quello della CGIL di Cetraro, nel quale lavorava un certo Franco Mazza. E’ un nome che non ci suona nuovo per niente. Franco Mazza infatti è colui che è stato arrestato e poi processato e condannato per la questione Emiliana Tessile insieme ai due imprenditori cosentini Pierino Citrigno (lo strozzino, tanto per intenderci) e il suo ex compagno di merende Fausto Aquino.
Per quella vicenda Franco Mazza, alla fine, qualche anno fa, è stato cacciato a calci in culo dalla CGIL ma prima della defenestrazione, i suoi danni li aveva combinati eccome. E dalla CGIL la risposta al malaffare e alla corruzione era stata una sola: OMERTA‘. Una vera vergogna per un sindacato che ha quella storia e che è diventato ormai un ufficio di collocamento per raccomandati e parassiti.
In pratica il Mazza, di fatto, ha occultato quel famoso bando con il quale la Regione Calabria assumeva presso l’ASP per tre anni una settantina di persone. Diciamo occultato perché, a parte coloro che fanno parte di quella lista, di questo bando non ne sapeva praticamente niente nessuno.
Questo individuo, è un amico intimo di Nicola Adamo (tanto per cambiare!!!), colui che gli ha sempre procurato voti nell’Alto Tirreno cosentino, principalmente a Cetraro, Guardia Piemontese, Acquappesa, Maierà e Verbicaro.
L’imbeccata di questo bando l’ha data proprio Nicola Adamo perché voleva piazzare un po’ di gente alla Regione e il nome del fidato Mazza (per il quale garantiva Pierino Citrigno, da sempre amico del cuore di Nicola e di Madame Fifì) era in pole position.
Quindi questo “giochino” serviva a foraggiare il parco votanti di entrambi: Franco Mazza e Nicola Adamo.
Se si spulciano i 37 nomi presenti della lista (in realtà sono 39 ma vanno tolti la Caldiero e la Pellegrini, più avanti spiegheremo perché), questi possono essere riconducibili a conoscenze personali del Mazza.
Da 37 poi passiamo a 56 calcolando anche quelli che provengono da Fuscaldo, Guardia Piemontese, Maierà, Verbicaro Buonvicino e Diamante. Su Guardia e Fuscaldo la persona di riferimento è un certo Treviso, amico intimo di Mazza, mentre sulla zona Verbicaro, Maierà, Buonvicino e Diamante non sappiamo con precisione chi ha intercesso per lui ma tenendo presente che Mazza è proprio di Maierà, si può dedurre facilmente che qualche conoscenza in loco ce l’avesse.
Tornando ai numeri, la lista era da ricoprire per un numero massimo di 70 unità. Usando la matematica, la tesi per la quale questa lista serviva, cioè per mere finalità di arruolamento elettorale di votanti, è confermata. Se dalle 70 unità richieste dalla Regione togliamo le 56 piazzate da Cetraro, ne rimangono 14 che, sicuramente, sono servite ad Adamo per altri suoi “amici”.
E i vari rampolli di Giancarlo D’Agni (addirittura due), Raffaele Zuccarelli, Giulio Grandinetti, Guerino Calabrò e compagnia cantante sono tutti chiaramente in quota Adamo e non Guccione, che, alla fine, è risultato uno specchietto per le allodole. Perché Nicola ha convogliato i voti verso un altro consigliere della lista del PD.
Ma allora, vi chiederete voi, perché ci troviamo però con una lista di 133 persone?
Nel 2010, quando il bando fu pubblicato, Nicola Adamo era ancora vicepresidente alla Regione Calabria e quindi aveva l’esclusività nel poter “controllare e tener nascosto” questo bando, ma con le nuove elezioni e la successiva caduta di Loiero, è subentrata l’era Scopelliti e con lui sono rientrati in gioco (sputa che ci indovini!) anche i Cinghiali, pardon i Gentile.
Fu proprio compa’ Pinuzzu ad affrontare a muso duro Adamo minacciandolo di far uscire fuori la verità se non avesse ampliato il numero di aspiranti del bando regionale per poterci inserire persone riconducibili a lui e, quindi, voti da incassare.
Adamo così è costretto a cedere alle pressioni dei Cinghiali, che hanno inserito anche loro un bel po’ di gente. Tutti i clienti di quel camaleonte di Giulio Serra ma anche il figlio del dottore Eugenio Gagliardi (quello di Forza Italia, ex consigliere comunale), il parente di Franco Fabiano detto Chopin, la compagna del figlio di Gianfranco Scarpelli e (new entry, nel senso che lo abbiamo appreso in queste ore) Graziella Morano, parente del direttore del distretto di Cosenza Antonio Perri., gentiliano di ferro.
Ecco spiegato, dunque, perché questa lista è piena di “amici e parenti” di politici sia di destra che di sinistra.
L’unica cetrarese fuori dal gioco Mazza-Adamo è proprio la Caldiero, figlia del noto avvocato da sempre vicino ai Cinghiali, pardon sempre Gentile, e poi c’è Debora Pellegrini, successivamente compagna di vita di Vincenzo Cesareo, attuale direttore sanitario dell’ospedale di Cetraro.
Ora, il fatto che la CGIL di Cetraro avesse architettato, d’accordo con quel “vruacculuni” di Nicola Adamo tutto questo ambaradan, non scagiona certo le persone comprese nell’elenco. Certo, essere amici di Franco Mazza non è il massimo della vita. Ma se questo Mazza faceva prendere loro un bel posto fisso, beh che male c’era? Sicuramente Mazza ha utilizzato queste persone ma i suoi clienti adesso non possono lamentarsi di non essere a conoscenza del “giro”. A meno che non credano di essere entrati in quell’elenco perché sono bravi e preparati…
Ah, adesso dovremmo parlare della procura di Cosenza, che, dal giorno in cui è uscito fuori l’elenco (4 dicembre 2014) fa dice di aver aperto un fascicolo e un’inchiesta.
Dottoressa Marisa Manzini, queste informazioni sono uscite fuori con relativa facilità, scavando appena appena in questa melma. Lei dovrebbe essere un magistrato integerrimo e votato al Bene, ma è possibile che in più di un anno non abbia cavato un ragno dal buco? Qui siamo davanti a prove evidentissime di voto di scambio, eppure lei continua beatamente a dormire.
Qualche decennio fa, in tivù, Marisa Laurito (simpatica attrice napoletana cugina di Renzo Arbore) impersonava una donna spettegolante e tutta particolare che si chiamava “Marisa La Nuit” e sfarfalleggiava tutto il giorno senza far nulla.
Dobbiamo pensare che dietro Marisa Manzini si nasconda la reincarnazione del personaggio della Laurito? Oppure la leggendaria collezione di bambole, che pettina di nascosto per tutto il giorno? Ormai abbiamo perso le speranze…