Fausto Gullo, il ministro comunista dei contadini

Nato a Catanzaro nel 1887 e trasferitosi ancora bambino a Cosenza, Fausto Gullo, come Pietro Mancini, aderisce al socialismo negli anni universitari seguendo Antonio Labriola. E’ sempre al suo fianco nelle prime battaglie socialiste a Cosenza ed entra anche nel comitato esecutivo provinciale e nel comitato di redazione del giornale La Parola socialista; le polemiche interne al partito – che rendevano difficile anche il lavoro al giornale – però li dividono.

“… Gullo aderisce al Partito Comunista d’Italia con cui si presenta alle elezioni politiche del 1921, risultando il più votato della lista anche se non è eletto. Dal marzo 1922 fonda il giornale Calabria proletaria, organo regionale del partito comunista, dedicando particolare attenzione al mondo contadino. Il giornale denunciò anche i soprusi dei fascisti cosentini, ma fu costretto a sospendere le pubblicazioni nel gennaio 1923 in seguito agli arresti compiuti ai danni di redattori e militanti; come avvocato Gullo difese molti contadini arrestati dopo le agitazioni represse dalle forze di polizia…”.

“… Nel settembre 1924, insieme con Fortunato La Camera, fonda il nuovo settimanale comunista L’Operaio. Il periodico fu continuamente oggetto di perquisizioni, censure, diffide e sequestri; a Cosenza i fascisti invasero e danneggiarono la tipografia dove veniva stampato; dopo aver subito, tra il gennaio e il maggio 1925, quattro sequestri, nel luglio dello stesso anno fu infine costretto al silenzio. Gullo, già schedato dalla polizia, viene arrestato una prima volta nel 1923 e presto rilasciato. Nonostante il clima intimidatorio, in occasione delle elezioni politiche del 6 aprile 1924 riesce a essere eletto deputato…”.

Dopo lo scoppio della guerra, Gullo intensifica i rapporti con i fuorusciti e con i dirigenti comunisti operanti nelle altre regioni. Tra il 1941 e il 1942 la rete comunista calabrese, organicamente ricostruita, era in grado di proteggere gli antifascisti grazie ai nascondigli nella Sila. Gullo riprende anche l’attività di propaganda ed è direttore responsabile del giornale Ordine proletario. Dopo la rivolta spontanea di Cosenza del 4 novembre 1943 contro la permanenza in cariche istituzionali di persone coinvolte con il regime fascista, fu fatto il nome di Gullo come prefetto, ma gli Alleati, ripreso il controllo della situazione, procedettero alla nomina di Pietro Mancini. Gullo, che aveva accettato la “svolta di Salerno” aderendo alle scelte di Palmiro Togliatti è nominato ministro dell’Agricoltura e Foreste nel secondo ministero Badoglio (22 aprile 1944), rimanendo in questa carica nei successivi governi fino al primo ministero De Gasperi…”.

(Marco De Nicolò, Enciclopedia Treccani)

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I DECRETI GULLO PER L’AGRICOLTURA

L’attività di Gullo si sviluppa in una serie di decreti, che gli hanno fatto guadagnare la fiducia dei lavoratori, al punto da fargli meritare l’appellativo di “ministro dei contadini”. Gullo, in pratica, ha scritto il testo di quella riforma agraria che prevedeva la concessione delle terre incolte ai contadini. Una riforma che, se fosse stata applicata, avrebbe cambiato la storia del Mezzogiorno.

“… I decreti Gullo furono non solo l’unico “tentativo attuato dagli esponenti governativi della sinistra di avanzare sulla via delle riforme” e che fecero diventare Gullo il Ministro dei contadini, ma anche, attraverso la costituzione dei Comitati Comunali, il primo modello di governo locale dell’Italia liberata…”.

(Paul Ginsborg)

“… Globalmente l’insieme dei decreti tendeva a dare continuità e stabilità al lavoro agricolo, incentivava, inoltre, il movimento contadino a organizzarsi e a servirsi di strumenti legali, si proponeva di inaugurare un nuovo rapporto tra Stato e masse rurali. Gullo sollecitò anche, presso il proprio partito, una politica di lavori pubblici in grado di attivare subito il settore industriale nel paese…”.

(Marco De Nicolò – Enciclopedia Treccani)

Dopo le elezioni amministrative del 1946, Gullo, nel secondo governo De Gasperi, passa al ministero di Grazia e Giustizia

GULLO PADRE DELLA COSTITUENTE

Al ministero di Grazia e Giustizia rimane alcuni mesi, dal luglio 1946 fino all’estromissione delle sinistre dal governo, nel maggio 1947, trovandosi a gestire soprattutto il provvedimento d’amnistia nei confronti degli ex fascisti, varato da Togliatti, precedente titolare di quel ministero, pochi giorni prima di lasciare l’incarico.

E’ Fausto Gullo a proporre per primo l’istituzione dell’Assemblea Costituente durante la prima riunione del primo Consiglio dei ministri dell’Italia liberata, come riportato dal suo diario di quei giorni

Da deputato della Costituente contribuisce all’elaborazione e all’affermazione di alcuni valori della Carta Fondamentale in particolare discutendo gli articoli 29 e 30 sulla famiglia (fu il primo a parlare dell’uguaglianza tra i figli legittimi e quelli naturali). Importanti le sue posizioni contrarie al regionalismo e per la costruzione di un’Italia dei comuni.

“… Eletto deputato ininterrottamente dal 1948 al 1968, già segretario regionale del PCI dal 1947, abbandona la carica nel 1949 per un avvicendamento deciso dal centro del partito. Nella vita interna del Pci, il dibattito successivo al XX congresso del Partito comunista dell’Unione Sovietica, lo vede opposto a Togliatti, non condividendo fino in fondo la presa di distanza di quest’ultimo dal socialismo sovietico…”.

(Marco De Nicolò – Enciclopedia Treccani)

Gullo avrà da ridire anche sui rapporti tra il Pci e la chiesa ma non solo.

La sua opposizione a qualsiasi accordo con la Democrazia Cristiana era oramai mal tollerata nel partito che realizzerà il “compromesso storico”.

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