Ferrovie della Calabria, al banchetto dei papponi c’è anche il nipote di Damiano Covelli

Alle Ferrovie della Calabria non si sono fatti mancare nulla in questi lunghi decenni di ruberie. Dinastie di politici hanno fatto il bello e il cattivo tempo e può addirittura succedere che, nell’ordine alfabetico dei papponi, ci siano addirittura due cognomi quasi simili: Covelli e Covello, che i più distratti o magari quelli che vengono da altre città possono anche confondere. Non che ci sia molta differenza ma è chiaro che l’ex senatore Franco Covello (meglio noto come Caciocovello) è stato un leader (prima democristiano e poi forzista prima di riciclarsi con la figlia nel Pd) con centinaia di raccomandazioni e traffici vari andati a buon fine. Mentre Damiano Covelli da Turzano (Borgo Partenope per gli italianisti) è un pappone “gregario”, nel senso che ha fatto carriera leccando il culo a Nicola Adamo, alla sua gentile consorte e a Mario Oliverio e quindi non si può proprio definire leader.

Iacchite’ si è occupato molte volte di lui. L’ultima volta si riferiva all’incredibile incarico che ha ricevuto dal consigliere regionale Giudiceandrea, quello che ormai tutti – ma proprio tutti – hanno ribattezzato “comunista col culo degli altri”. Una definizione che calza a pennello anche per Covelli, si capisce. Ma prima di entrare nel merito, c’è bisogno di una doverosa premessa.

Ogni consigliere regionale può conferire incarichi di collaboratore, retribuiti, ad almeno 4 persone al 100% dello stipendio, che spesso diventano 8 al 50%. Un gruppo di persone indispensabili per i consiglieri regionali, che, come si sa, si ammazzano di lavoro e da soli non ce la possono fare. Perciò hanno bisogno di gente che svolga tutto il lavoro di “ufficio” che ci sta dietro all’attività di consigliere.

Uno si aspetta che in questa scelta prevalga il senso politico del consigliere, scegliendo persone capaci ed utili sotto il profilo lavorativo, “pescando” magari anche tra chi uno stipendio non ce l’ha. Invece, a sfogliare i componenti del gruppo di lavoro del consigliere, troviamo un personaggio che francamente ci chiediamo cosa ci fa in questa struttura: Damiano Covelli. Già assessore e consigliere comunale del PD. Nonché assunto all’Università della Calabria, dove praticamente non ha mai messo piede.

Covelli è nominato dall’onorevole comunista, con la sacchetta dei cittadini, in qualità di responsabile amministrativo della struttura speciale dell’onorevole di cui sopra, al 50%. E per tale assunzione ordina di impegnare la somma di 3.246 euro per indennità di struttura, e la somma di 30.542,36 euro relativa agli emolumenti fissi e continuativi.

lo sguazzo di damiano dentro

Ora, questo qui, il Covelli, uno stipendio già ce l’ha all’Università, caro onorevole, non potevi chiamare qualcun altro senza stipendio? Magari qualcuno anche disposto a lavorare veramente, visto che Covelli lo vediamo tutti i giorni a corso Mazzini a passeggiare. E poi che c’entra un fido di Madame Fifì nella sua struttura? Forse doveva renderle un favore?

Dunque, al consigliere, non gli serve uno che lavora, visto che ha scelto uno come Covelli che non ha mai fatto un giorno di lavoro in vita sua. Vive di denaro pubblico da sempre. E non solo lui, chiaramente, ma anche i suoi familiari, ci mancherebbe altro.

Suo fratello Giulio, per esempio, è l’autista di Pino Gentile, che – come tutti sanno – non è per niente ostile al Pd e agli ex comunisti, con i quali ha sempre fatto grandi affari facendo sempre “finta” di litigare – e poi si meravigliano di Gianluca Callipo -… E, dulcis in fundo, suo nipote Carmine Ippolito Covelli compare (nel senso che figura…) – alla grande! – nell’ultimo elenco di raccomandati e papponi che prenderanno il posto di autisti vincendo un concorso “truccato” alle Ferrovie della Calabria. E farà compagnia ad un altro parente della dinastia, già piazzato in azienda dai “comunisti col culo degli altri”. Una vigna che non finisce mai…