Filadelfia, arriva la commissione d’accesso antimafia: nel mirino gli affari dei fratelli De Nisi

Il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Paolo Grieco, ha disposto l’invio della commissione d’accesso agli atti al Comune di Filadelfia, per accertare la presenza di eventuali infiltrazioni della criminalità nell’ente. Si tratta dell’ennesimo grave provvedimento che viene preso dal nuovo prefetto di Vibo, che dal momento del suo insediamento, nel breve volgere di pochi mesi, ha già inviato la commissione d’accesso nei Comuni di Tropea, Mileto, Nicotera e Stefanaconi, mentre sono stati definitivamente sciolti per infilitrazioni mafiose i Comuni di Acquaro, Capistrano e Soriano e il sindaco di Cessaniti si è dimesso, sempre per vicende giudiziarie. Se aggiungiamo che la commissione di accesso è stata inviata anche all’Asp di Vibo Valentia e che ancora altri Comuni potrebbero avere lo stesso trattamento, se ne deduce che siamo davanti a una situazione ai confini della realtà… E che dovrebbe far riflettere anche sulle effettive condizioni di democrazia per l’imminente tornata elettorale nel comune capoluogo di Vibo Valentia.

Maurizio De Nisi

Il Comune di Filadelfia è storica roccaforte della famiglia De Nisi. L’attuale sindaco è sua diretta espressione. Anna Bartucca, infatti, è da sempre vicina politicamente ai fratelli De Nisi, di cui uno – Maurizio De Nisi – è attualmente vicesindaco (nella passata consiliatura è stato invece sindaco), mentre Francesco De Nisi – che ha iniziato la propria carriera politica proprio al Comune di Filadelfia oltre un ventennio fa – è attualmente consigliere regionale di Azione, partito di cui è anche il segretario in Calabria. Alla base dell’invio dell’accesso agli atti ci sarebbero in particolare le segnalazioni ed il lavoro sul territorio da parte dell’Arma dei carabinieri, ma anche alcune risultanze investigative della Guardia di finanza confluite nell’operazione antimafia denominata Imponimento contro il clan Anello. Anna Bartucca è sindaco di Filadelfia dall’ottobre del 2021.

Il Comune di Filadelfia è da sempre utilizzato come serbatoio elettorale dai fratelli De Nisi, ed è sotto il loro controllo capillare fino al punto di far vincere i pubblici concorsi, a comando, creando bandi ad hoc e piazzando nelle commissioni, dipendenti del comune stesso, che a loro volta sono stati assunti dai De Nisi. Per ultimo si veda come prova provata il concorso fatto vincere ad hoc al sindaco di Vallefiorita.

Compare De Nisi ha cercato in tutti i modi di evitare l’arrivo della commissione d’accesso e a tal fine, fingendosi agnello, aveva finanche chiesto… aiuto allo stato. Improvvisamente assurgeva a uomo di stato. Come tutti sanno, da gennaio il consigliere regionale Francesco De Nisi aveva presentato numerose e immotivate istanze con tanto di richiesta di scorta in Prefettura a Vibo, per una vicenda riguardante una ipotetica, presunta e bizzarra estorsione, che dice di aver subito per la sua ditta edile.
È assurdo pensare come nonostante venga accusato di scambio elettorale politico-mafioso da numerosi pentiti dichiarati attendibili dalle Procure Antimafia nell’ambito dell’inchiesta Imponimento, adesso si finga uomo di stato. Ed è altrettanto assurdo pensare che dopo anni di bagordi con il suo degno compare Peppe ‘ndrina, al secolo Mangialavori, ora lo abbia allontanato perché ha capito che l’aria che tira anche per lui non è salutare (per usare un eufemismo).

MANGIALAVORI, IL CLAN ANELLO E IL RUOLO DI DE NISI (https://www.iacchite.blog/calabria-2021-mangialavori-e-il-clan-anello-un-legame-indissolubile-il-ruolo-dei-de-nisi/)

LA CENA A CASA DE NISI PER MANGIALAVORI E LA FERRO (https://www.iacchite.blog/vibo-come-gomorra-la-cena-a-casa-de-nisi-per-mangialavori-e-wanda-ferro/)

Tutto ciò è stato un vano tentativo finalizzato a ripulire la sua losca immagine. Ricordiamo che la sua ditta edile ha sempre lavorato in odor di mafia ed è salita agli onori della cronaca e non solo, nell’inchiesta che è stata aperta dalla Procura di Catanzaro per l’appalto della galleria catanzarese del Sansinato, aggiudicato alla società De Nisi, con il 55% di ribasso, percentuale che risulterebbe essere troppo bassa per poter operare in modo efficiente ed effettuare i lavori di ripristino della galleria.

La ditta, con sede a Filadelfia, si aggiudicò, nell’ottobre 2014, l’appalto da 6 milioni di euro per l’adeguamento di entrambi i tunnel che fanno da accesso e da uscita alla città capoluogo. Nella galleria la segnaletica sarebbe illeggibile, non sono presenti le strisce orizzontali per delineare la carreggiata e ancora sarebbero pessime le condizioni del manto stradale.

Ma la Prefettura di Vibo Valentia, invece di intervenire, ha incoraggiato De Nisi perché fino a febbraio 2023 c’era la Prefetta, dottoressa Lulli, fidanzata del senatore Quagliariello, a sua volta compagno di partito e di merende insieme a Toti con De Nisi, prima che quest’ultimo cambiasse di nuovo mutande passando con Calenda nel partito di Azione.
Nel periodo della Lulli la Prefettura di Vibo è stata toccata dall’inchiesta della Dda di Catanzaro Rinascita Scott con l’arresto di due funzionari, uno dei quali era proprio il segretario della Lulli, per rivelazione di segreto d’ufficio.
È ormai noto a tutti nel Vibonese come Francesco De Nisi abbia beneficiato dell’appoggio della Lulli, sia per evitare il commissariamento del Comune di Filadelfia per infiltrazione mafiosa durante l’inchiesta Imponimento e sia la commissione di accesso agli atti, (situazione che non fa dormire la notte l’attuale giunta comunale). Inoltre pare che De Nisi si sia interessato grazie a Quagliariello a favorire il figlio di un dipendente comunale di Filadelfia affinché entrasse alla scuola Militare Nunziatella di Napoli.

Ma adesso finalmente qualcuno ha aperto gli occhi e stamattina l’annuncio dell’invio della commissione d’accesso ha fugato ogni dubbio anche ai più scettici.