GINECOLOGIA A COSENZA: ASSUMETE PERSONALE!
Mesi fa abbiamo denunciato la preoccupante situazione dell’Ospedale di Cosenza per quanto riguarda il reparto di Ginecologia e Ostetricia.
Tra le gravissime criticità che minacciano le nostre vite e i nostri corpi, non c’è soltanto la negazione del diritto all’aborto e la violenza ostetrica consequenziale alla mancanza di anestesisti, ma la principale emergenza era ed è tutt’ora la materiale mancanza di personale!
Come può uno dei reparti con maggiore utenza in Calabria continuare ad andare avanti rispettando pazienti, lavoratori e lavoratrici e offrendo un servizio adeguato con solo undici dirigenti medici?
Lo abbiamo domandato tanto al primario del reparto di Ginecologia, che si batte per ampliare gli spazi del reparto ma non il personale, che alla dirigente amministrativa dell’AO, ed anche al commissario straordinario dell’Annunziata De Salazar.
In questi giorni le vicende legali sul reparto di Ginecologia e Ostetricia ritornano alla ribalta della cronaca locale a causa di un’infinita querelle giudiziaria legata ad un ricorso.
Eppure, proprio a Cosenza, al netto delle procedure concorsuali gravemente bloccate, il problema è atavico. Da oltre un anno un reparto con un bacino d’utenza di circa 100 comuni, sta in piedi con solo undici ginecologi/ginecologhe.
Undici dirigenti che senza il piano di rientro sarebbero statə ventisette e da piano di rientro non avrebbero mai dovuto essere meno di quindici.
In questa situazione, non solo il Commissario alla sanità e il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria non battono ciglio, anche gli stessi e le stesse dirigenti dell’AO si sentono in diritto di non trovare una soluzione perché tanto un concorso è stato espletato.
Il risultato, come sempre, ricade su di noi. Da oltre un anno il nostro diritto alla salute è ulteriormente minacciato, ancor più di prima.
Li chiamano “tempi della giustizia” , noi abbiamo un nome più appropriato: sistematica negazione dei diritti.
Se questa è la situazione a Cosenza, ci teniamo a non dimenticare quella su Corigliano-Rossano, dove il personale medico ormai da mesi si è ridotto a quattro unità e la paradossale strategia per garantire il servizio è stata quella di inviare personale da Cosenza; personale che non c’è.
De Salazar, Occhiuto, Stanganelli e Fantozzi diano risposte!