Giorgia Meloni e la questione morale dei giornalisti (di regime)

(DI MARCO FRANCHI – ilfattoquotidiano.it) – Giovedì lo spettacolo desolante della conferenza stampa di Giorgia Meloni ha introdotto un tema nel dibattito pubblico: con un’informazione così scadente diventa velleitario pretendere standard etici accettabili da chi governa. Non c’è peggior bavaglio di quello auto imposto. In altre parole: la questione morale riguarda pure i giornalisti, gli stessi che applaudirono platealmente Mario Draghi al termine della sua unica conferenza stampa di fine anno, il 22 dicembre 2021. Verso Meloni, l’altro giorno, è mancato il gesto estremo della claque, ma solo quello. Con oltre tre ore a disposizione, la stampa ha fatto un’altra figura meschina. Domande per lo più vuote, ridondanti: a volte lunghissime e autoreferenziali, piccoli editoriali senza punti interrogativi; altre, invece, leggere come bolle di sapone, palle alzate alla premier per una facilissima schiacciata. In nessun caso è stato chiesto se Meloni ritiene opportuno che un suo ministro (Guido Crosetto) abiti nell’attico di proprietà di un imprenditore della cybersecurity (di cui non ha pagato l’affitto per mesi). Né le è stato domandato di rendere conto della bugia clamorosa pronunciata sul Mes e sul fax di Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. La prima domanda sulla pistola del deputato di Fdi, Emanuele Pozzolo, è arrivata per quindicesima, dopo oltre un’ora di conferenza. Quella sul fallimento delle politiche migratorie era giunta solo pochi minuti prima, per tredicesima.

Queste, invece, sono alcune delle domande puntualmente rivolte a Meloni. “La diminuzione del divario tra Nord e Sud sarà garantita dall’autonomia differenziata?”; “Che idea si è fatta dell’inchiesta sugli appalti di Anas? Ha avuto modo di parlarne con Salvini?”; “Presidente, ma quante periferie ci sono oggi in Italia? Non crede si debba ripartire proprio da lì, dalle aree depresse, per una nuova idea di Paese?”. Un altro cronista ha sfruttato il suo spazio per un’operazione promozionale: “Come sa, noi di Sky Tg24, siamo sempre un po’ la casa del confronto. Il paese ha fatto una scelta epocale, eleggendo alla presidenza del Consiglio una donna. Poco dopo, il principale partito di opposizione ha scelto come segretario o segretaria una donna. A partire dai temi della condizione femminile, lei si impegnerebbe in un confronto tv con Elly Schlein?”. Risposta di Meloni, in sintesi: “Ma certamente”.

Immancabile la domanda a piacere: “Potrebbe indicarci tre obiettivi che intende raggiungere con il suo governo nei primi sei mesi del 2024?”. Alla presidente del Consiglio è scappato da ridere e infatti ha risposto con una provocazione: “Abolire la povertà, la pace nel mondo e la ristrutturazione gratuita delle abitazioni, esterni ed interni”. Un’altra giornalista le ha sottoposto un pensierino, come alle elementari: “Qual è stato il momento più difficile e quale il più entusiasmante del 2023?”.

Lucidissima la riflessione del collega del Giornale: “Anni fa aveva preso un piccolo partito e l’ha portato a traguardi, il 26 o 27%, conquistando una larga fascia di elettorato centrista. Perché non fa qualcosa di centro, per cercare di consolidare questo elettorato? Ad esempio indicare Mario Draghi come candidato presidente alla Commissione europea. Super Mario potrebbe essere l’asso giusto per sbloccare la situazione”. Un altro ha esordito confondendo la mattina – è mezzogiorno – con la notte: “Buonasera, presidente”. Poi è entrato nel vivo: “Per la Banca Mondiale, l’Italia è al 58esimo posto nella classifica sulla capacità di attrarre investimenti. Lei non c’entra niente, visto che è al governo da solo un anno”. Altra risata di Meloni: “Grazie”.