Giornali e cliniche: Ivan Greco e la famiglia Citrigno

Dalle peripezie e dalle vicissitudini di Calabria Ora, com’è noto, sono nati tre giornali: il Corriere della Calabria di Paolo Pollichieni (che porterà con se un gruppo di una decina di giornalisti), il Garantista di Piero Sansonetti, che ne accoglierà una ventina dopo la cessazione delle pubblicazioni di Calabria Ora, e La Provincia di Cosenza di Simona Gallo, ma sostanzialmente di Pubbliora, la concessionaria di pubblicità di Calabria Ora fino al giorno della sua chiusura.

Simona Gallo e suo marito Carmine “Ivan” Greco sono le anime di Pubbliora e sono legati a doppio filo a Piero Citrigno, che oltre al giornale di cui è stato editore (Calabria Ora) deve la sua fama alla sua attività di usuraio (per la quale è stato condannato in via definitiva) e alle sue cliniche private.

Citrigno

Gallo e Greco intervengono in prima persona per aiutare Citrigno.

Carmine “Ivan” Greco figura tra i soci del figlio di Citrigno, Alfredo, all’interno della società Pieffe Holding che edita il giornale Calabria Ora insieme al Gruppo Editoriale C&C. Ed è addirittura nella gerenza del giornale come “consigliere”.

La signora Chiara Gallo acquisisce il 45% del capitale sociale del Gruppo Editoriale C&C Srl, che cambia pelle per evitare il disastro. Chiara Gallo è espressione della famiglia cui è riconducibile la società Pubbliora di Simona Gallo.

Successivamente Pubbliora con Simona Gallo rileva il 20% di Pieffe Holding. Quando il gruppo editoriale di Citrigno sta per dichiarare bancarotta succede qualcosa di molto strano.

Il 23 marzo 2014 il Consiglio di amministrazione del Gruppo Editoriale C&C Srl ha accertato il verificarsi delle condizioni per lo scioglimento della società: perdita e riduzione del capitale al di sotto del minimo legale. Guarda caso, il 24 marzo (il giorno dopo!) esce la notizia che la Dia di Catanzaro ha eseguito, nei confronti della società della famiglia Citrigno, un nuovo provvedimento di sequestro che, oltre alle cliniche private, investe anche la Pieffe Holding Srl.

Il 28 marzo lo scioglimento e la liquidazione sono stati iscritti nel registro delle imprese. E’ stato scelto un liquidatore il cui nome, Giuseppe Bilotta, appare sulla gerenza del giornale. Niente più nomi dell’editore (Alfredo Citrigno), dell’amministratore delegato (Anna Favretto) e del consigliere (Carmine Greco). Gli unici responsabili che, giornale alla mano, appaiono sulla gerenza sono il liquidatore Bilotta e il direttore Luciano Regolo.

Ma le procédure di liquidazione sono quantomeno strane e Carmine “Ivan” Greco si dà da fare (per usare un eufemismo) per metterci una pezza.

“Le uniche due proposte fatte al liquidatore – spiegava all’epoca il direttore Regolo – sono quella di Ivan Greco, socio minoritario della C&C Srl, e quella di Umberto De Rose (lo stampatore del giornale, ndr) che non viene meglio precisata. Ivan Greco è venuto a propormi… a mandarmi a dire “nu signale” da parte di De Rose, che se lui avesse acquisito la proprietà io avrei potuto continuare a fare il mio lavoro. Quindi – conclude Regolo – le due proposte sono la stessa cosa”.

Citrigno e De Rose, com’è ovvio, non si parlano più dopo il guazzabuglio della telefonata ormai conosciuta come quella “del cinghiale” e Greco assurge al rango di uomo di fiducia dello stampatore oltre che dello strozzino…

Regolo ha più volte dichiarato che il pubblicitario (cioè Greco) “venne più volte a casa mia a spiegarmi che erano in corso avanzate trattative perché lo stampatore De Rose diventasse socio di maggioranza della C&C e lui restasse nella medesima quota. Greco non l’ho più visto e sentito da quando respinsi con decisione la proposta di lavorare con lui e De Rose. Anzi per essere precisi fece capolino soltanto una volta in redazione, qualche giorno dopo, molto imbarazzato: era appena stato, come poi mi rivelò al telefono Alfredo Citrigno, la mattina di giovedì 17 aprile, dal padre dell’ex editore, Piero. Fallito il salvataggio di Calabria Ora, Carmine “Ivan” Greco tenta in tutti i modi di dare vita ad un giornale. Anche se Il Garantista, in sostanza, l’ha anticipato di brutto.

Ma Pollichieni li palleggia e poi si tira indietro, né riesce l’operazione di far ritornare sui suoi passi Guido Scarpino, ormai a Il Garantista.

Poi arriva un gruppo di dissidenti del Corriere della Calabria e nasce “La Provincia di Cosenza”.

1 – (continua)