Giustizia nel caos, Bonafede come Cimabue: fa una cosa e ne sbaglia due

Il nuovo capo del Dap Bernardo Petralia coinvolto nelle intercettazioni del caso Palamara. Con due articoli su La verità e Il Giornale, usciti nella giornata di ieri, emerge il nome di Bernardo Petralia nelle intercettazioni della Procura di Perugia per le indagini sul caso Palamara.

Secondo i due quotidiani, oltre alla vicenda relativa alla Procura di Torino, per la quale Petralia si era per tempo dissociato (ma che pure viene ora letta sotto un’altra luce), il nuovo capo del Dap sembra essere coinvolto direttamente nel “sistema” allorquando, tempo addietro, è ricorso ai favori di Palamara per raccomandare la nomina di un collega (peraltro anche a nome di sua moglie).

Indubbiamente, non è certo un buon viatico per il nuovo Capo dell’Amministrazione Penitenziaria che rischia di essere messo in discussione o, quantomeno, depotenziato.

Ma chi esce ancora una volta in malo modo da questa vicenda è il Ministro Bonafede che sembra proprio non azzeccarne una.

Alfonso Bonafede ricorda un pò il protagonista di un famoso spot del vecchio Carosello: il frate Cimabue che, nei primi anni settanta, pubblicizzava l’amaro Dom Bairo.

Il fraticello, infatti, non ne azzeccava una e alla fine della storiella veniva sempre ripreso da tutti gli altri frati che gli cantavano il famoso ritornello: “Cimabue, Cimabue fai una cosa e ne sbagli due …”. Cimabue ogni volta rispondeva “Ma che cagnara … sbagliando s’impara” E, invece, non imparava mai … come il nostro Ministro Bonafede.

Dopo l’addio del suo capo degli Ispettori, del suo capo di Gabinetto, del suo capo Dap e, forse, del suo secondo capo Dap, speriamo che Alfonso Bonafede non venga abbandonato anche dalla sua scorta, vedendosi costretto (magari) a guidare da solo la sua macchina blindata. In un Paese normale … lo avrebbero già cacciato… Fonte: poliziapenitenziaria.it