Donata, Ilaria e Patrizia. Tre donne fantastiche e la lotta infinita contro l’indifferenza (di Fabio Anselmo)

Giovedì prossimo 23 marzo, tra soli 4 giorni, Cosenza vivrà una giornata campale per la testimonianza di Donata Bergamini in Corte d’Assise al processo per l’omicidio volontario pluriaggravato del fratello Denis. Non sappiamo se l’imputata Isabella Internò avrà il coraggio di presentarsi in aula e di guardarla negli occhi ma non è importante se ci sarà o meno. L’importante è che ci sia Donata a raccontarci 33 anni di vergognose menzogne e depistaggi e se potrà farlo davanti a chi ancora oggi mente sapendo di mentire sarà ancora meglio. Di seguito, un post dell’avvocato Fabio Anselmo che spiega molto bene quanto siano simili gli omicidi di Denis Bergamini, Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi e il coraggio di tre donne: Donata, Ilaria e Patrizia.

dalla pagina FB di Fabio Anselmo

Donne fantastiche. Donne meravigliose.

Mi hanno fatto amare la mia professione. Hanno scandito momenti determinanti la crescita della mia consapevolezza come uomo. Come cittadino. Come avvocato. Non sarebbe andata cosi senza di loro. Federico, Stefano e Denis sono i loro morti. Figlio, fratelli. Il loro sangue è stato il mio.

Patrizia mi ha consentito di canalizzare l’energia della mia rabbia originata da una mia tragedia famigliare verso la difesa della dignità della vita negata ad un figlio 18enne. Ha svegliato la mia coscienza. Mi ha cambiato il modo di interpretare il mio ruolo di avvocato. Dopo la condanna passata in giudicato degli agenti di polizia che hanno ucciso suo figlio si è ritirata a vita privata in un dolore che non troverà mai pace.

Donata non ha mai lasciato andare suo fratello Denis. Non poteva farlo perchè è stato brutalmente ucciso facendolo passare per un suicidio. L’infamia feroce di un dolore inflitto su altro dolore per la sua morte. Quell’infamia che ha condannato lei ed i suoi famigliari all’ergastolo processuale che si sta portando via i suoi genitori e che ha condizionato la crescita dei suoi figli. L’ultima grande fatica che grava sulle mie deboli spalle. Almeno spero, perchè è davvero tanta, la fatica. Abbiamo riaperto le indagini e siamo arrivati al processo. Andremo fino in fondo. Oramai tutti hanno capito come è andata. Dobbiamo fare in modo che lo capisca anche la Giustizia.

Ilaria è Ilaria Cucchi. Tutti sanno chi è. Il Coraggio e l’amore. Quello tra di noi.
Una famiglia dietro e sulle sue spalle semplicemente eccezionale. Anche lei piange i superstiti delle sue battaglie giudiziarie. Il prezzo terribile che deve pagare. Ha trovato la sua strada in parlamento. Una sfida estremamente difficile e pericolosa ma la sta affrontando, come sempre, al meglio.

Queste tre donne sono eccezionali. Hanno superato con fiducia granitica i tradimenti del fuoco amico di coloro che avrebbero dovuto stare al loro fianco. Ma c’è una cosa che mi rende tremendamente triste. Quella tristezza che cede di fronte alla rabbia dell’ingiustizia che si è ribellata davanti a quelle morti. A quelle uccisioni.
Oggi, in nome del moderno processo, del ‘progresso giudiziario delle ‘nobili riforme’, quei tre processi non si potrebbero e potranno mai più celebrare nell’unanime consenso politico.
Grazie alla riforma Cartabia non ci potranno mai più essere i processi Aldrovandi, Cucchi e Bergamini. Il tutto nell’indifferenza generale. E, come dice sempre Ilaria Cucchi, di indifferenza si può morire. Così muore anche la Giustizia.