Governo Italia, Di Maio-Salvini: si a governo politico

La nota congiunta dopo 88 giorni di crisi politica è arrivata alle 18.59: “Ci sono tutte le condizioni politiche per un governo politico”. Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno trovato l’intesa sulla squadra e nelle prossime ore il professore Giuseppe Conte potrà riferire al Colle. La svolta è arrivata dopo che si è riusciti a coprire la casella dell’Economia con il nome di Giovanni Tria, spostando Paolo Savona come richiesto dal Colle e mettendolo agli Affari europei. Agli Esteri invece è stato assegnato Enzo Moavero Milanesi.

Si conferma la presenza di Savona nel governo in una posizione peraltro non marginale (perché terrebbe i rapporti con l’Unione Europea a nome del governo), ma nemmeno così “delicata” come quella dell’Economia, delega sulla quale resta “alta” l’attenzione del Quirinale. Si tratta di notizie che avvicinano la possibilità che si concretizzi davvero, dopo 88 giorni, la soluzione di un governo politico. Tra gli altri indizi c’è anche il ritorno a Montecitorio di Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio che aveva dovuto rinunciare domenica scorsa proprio per la permanenza di Savona nella casella dell’Economia per volere di Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

Conte in mattinata, tra una lezione e l’altra all’università di Firenze, aveva ricominciato a mandare segnali: “L’Europa deve essere sempre più forte, nessuno ha mai posto in discussione che siamo nel sistema europeo e ci vogliamo rimanere”. Poi a metà pomeriggio si è aggiunto a una riunione che stavano conducendo Di Maio e Salvini, iniziata poco prima delle 15. Fratelli d’Italia in giornata ha ribadito la sua disponibilità a sostenere il governo M5s-Lega e anche ad entrare in maggioranza, ma – nonostante il faccia a faccia tra Salvini e Giorgia Meloni – la possibilità è stata respinta dai Cinquestelle, da una parte perché cambierebbero i rapporti di forza (ora numericamente favorevoli al M5s) e dall’altra per il posizionamento troppo a destra del partito. Tantopiù che nelle ultime ore Guido Crosetto – uno dei papabili a entrare dentro la squadra di governo, magari alla Difesa dove già fu sottosegretario con Berlusconi – ha anche detto che il contratto di governo avrebbe bisogno di qualche ritocco, soprattutto nel capitolo del reddito di cittadinanza, l’aspetto più caratterizzante del programma originario dei Cinquestelle.

Giovanni Tria è un economista, docente a Tor Vergata dov’è stato anche preside della facoltà, ha scritto su Formiche.net e sul Foglio e fa parte del comitato scientifico della Fondazione Magna Carta, guidata da Gaetano Quagliariello. Enzo Moavero Milanesi, giurista, è stato ministro per gli Affari Europei nei governi di Monti e Letta e prima ancora è stato tra le altre cose giudice alla corte di giustizia dell’Ue, in Lussemburgo. Savona evidentemente non ha invece bisogno di presentazioni.

Fonte: Il Fatto Quotidiano