Governo Italia, Morra prossimo presidente della Commissione Antimafia

Anche il M5S, così come i vecchi partiti, ha le sue correnti interne. Ci sono i seguaci di Di Battista, i fedeli di Di Maio, “i grillini della prima ora”, “i nuovi giunti”, e chi proviene da sinistra e chi da destra. Un crogiolo di identità che spesso, così come avveniva nei vecchi partiti, confliggono tra di loro.

Ed è il caso del senatore Nicola Morra, che come si sa, appartiene alla corrente avversa a quella di Di Maio. E’ stato Di Maio a porre alcuni veti su una eventuale nomina del senatore Morra a sottosegretario o vice ministro, per non creare ulteriori complicazioni all’interno della formazione del nuovo governo.

Tra Di Maio e Morra il problema sta nel diverso modo di intendere la “democrazia”, ovvero nel metodo usato “localmente” nella “selezione” dei candidati nelle varie tornate elettorali. Il metodo di Morra non si differenzia di molto da quello usato dalla vecchia classe politica. Seppur con le dovute proporzioni, i doverosi distinguo, e le diverse finalità, il criterio usato da Morra è quello della “clientela elettorale”. Una gestione capillare e dittatoriale del voto on-line. Che Morra controlla come fosse la sua casella di posta elettronica, decidendo a suo piacimento chi passa e chi no. Esattamente come faceva Madame Fifì, ripeto con scopi diversi e per finalità personali in questo caso, con le primarie del Pd: un tarocco che più tarocco non si può. Del resto come “seleziona” i candidati Morra lo abbiamo già visto con la candidatura a sindaco di Cosenza dell’ingegnere Coscarelli, brava persona, ma con un curriculum “politico” che cozza con i valori e i principi base del “grillismo”.

Così come avveniva nei vecchi partiti, anche nel M5S, le correnti interne rivendicano ruoli e posizioni – con la differenza che se i vecchi lo facevano per denaro e potere, lo scopo di Morra è solo quello di far crescere la sua corrente interna, non certo per rubare o altro – e non potendo più aspirare (salvo contrattazioni o novità eclatanti dell’ultima ora) ad entrare attivamente nel governo, Morra ha preteso, come risarcimento, la presidenza della Commissione antimafia. Un ruolo che francamente gli si addice. Morra potrebbe portare finalmente un ventata di novità a questo “organismo” che fino a ieri sembrava un vecchio museo di mummie che nulla hanno fatto contro la mafia, specie in Calabria.

Ricordiamo che nella commissione uscente targata Pd erano presenti personaggi come don Magorno, intercettato dai Ros mentre si vantava con un picciotto della sua appartenenza al clan Muto, e Madame Fifì, e ho detto tutto. Più che combattere la mafia e aiutare la magistratura, si sono spesi solo per coprire tutto ciò che di scandaloso è venuto fuori nelle varie audizioni. Specie le malefatte loro e quelle dei loro compari, comprese quelle degli amici di Forza Italia (vedi Occhiuto). Ecco, questo, e ne siamo sicuri, con una presidenza targata Morra non avverrà mai, e lo diciamo nonostante la nostra avversità politica nei suoi confronti. La sua lotta contro le mafie, il mal costume e la corruzione, è genuina.

Perciò auguriamo al senatore Morra di ricoprire presto questa carica, per iniziare a dare risposte ai cittadini calabresi che da tempo aspettano uno spiraglio di verità sulla commistione in Calabria tra ‘ndrangheta e politica. E se così sarà, siamo sicuri che ne vedremo delle belle. Su questo non ci piove.

GdD