Granieri è bravo. Granieri è bello. Granieri è un galantuomo. Granieri è onesto. Granieri è incorruttibile. Granieri è irreprensibile. Granieri è figo. Granieri quando era giovane era nu piazzu i guagliuni. Granieri ha sempre fatto il suo dovere, con scrupolo e coscienza. Granieri non ha mai barattato la sua onestà per denaro. Granieri non guarda in faccia a nessuno quando veste la toga da procuratore.
La professionalità di Granieri non si discute. Da quando c’è lui a dirigere la procura di Cosenza la giustizia finalmente ha trionfato. Un trionfo che è sotto gli occhi di tutti. L’attività di Granieri, in tutti questi anni di onorata carriera, specie a Cosenza, si è distinta per disponibilità verso tutti e sempre al fianco dei cittadini.
L’ufficio di Granieri, più che un ufficio sembra una piazza dove tutti sono accolti e ascoltati. Una casa di vetro. Granieri non ha amici quanto lavora. Se sei colpevole, puoi essere anche suo figlio, che in prigione finisci. Per Granieri, prima ancora che la famiglia, viene: la Legge è uguale per tutti.
Per niente al mondo verrebbe mai meno a questo principio, fosse anche sotto tortura. Granieri è un fulgido esempio di uomo dello stato. Più che uomo, servitore dello stato. Che dico servitore, cameriere dello stato: riverenza e rispettoso ossequio, le sue caratteristiche. Granieri, date le sue capacità innate di distinguere il bene dal male, non perde mai occasione per additare pubblicamente i cattivi. Che con lui hanno trovato un osso duro da rosicchiare.
Uno che più che piegarsi, sempre Granieri, si spezza. Un uomo tutto d’un pezzo. Granitico, il Granieri. Difficilmente si impressiona, abituato com’è a combattere il male. Sa bene Granieri cosa vuol dire combattere tutti i giorni il malaffare. E per questo rischiare la vita. Una vita sotto scorta. Granieri è uno giusto. Corretto.
Non ha mai insabbiato una inchiesta nella sua lunga carriera. Non ha mai coperto nessuno. Non ha mai occultato prove. Non ha mai fatto intrallazzi o accordi sotto banco. Si è sempre rifiutato di pilotare indagini. Non si è mai inventato una inchiesta per colpire i suoi nemici. Piuttosto li ha affrontati a viso aperto e alla luce del sole. Che uomo! A trovarne!
Purtroppo per noi Granieri sta per andare in pensione e non so da quel giorno in poi come faremo, noi cosentini, senza di lui. Senza la sua frenetica attività in procura. Senza quel suo senso di giustizia che aleggia per la città. Come faremo. Speriamo in un suo degno successore. E comunque, ora che ci sono, voglio confessare a questo uomo giusto e probo, prima che vada in pensione, che la CORRUZIONE a Cosenza non esiste, ce la siamo inventata noi di Iacchite’ per fare clic.
Scusateci se ci siamo inventati questa chiacchiera della corruzione, lo abbiamo fatto per darci un tono giornalistico. E non solo. Abbiamo pensato, anche, che inventandoci questa chiacchiera avremmo potuto continuare ad aggrapparci a questo: “la corruzione è la nostra unica speranza. Finché c’è quella, i giudici sono più miti, e in tribunale, perfino un innocente, può cavarsela”. Spero capiate la nostra buona fede: da innocenti non avevamo altra speranza se non quella di aggrapparci alla corruzione, l’unico modo, oggi, per essere assolti.
PS: per i giudici di Salerno. Potete mettere nel fascicolo anche questo articolo, grazie.
GdD