Gratteri e il Csm: la faccia di bronzo del M5s

Non c’è dubbio per la giuria popolare: a tagliare per primi il traguardo della corsa indetta dalla falsa politica calabrese a chi pronuncia il più ipocrita appello di solidarietà a Gratteri, sono Roberto Occhiuto e il Pd. A loro va, per quantità di ipocrisia espressa, rispettivamente, il primo e il secondo posto. Medaglia d’oro e d’argento. A completare il podio dei falsi, i parlamentari del Movimento 5 Stelle.

Per la giuria popolare il terzo posto, e quindi la medaglia di bronzo, va a loro. Una medaglia, come dicono i giudici popolari, più che meritata perché conquistata sul campo, e che bene si intona con la loro personalità: si abbina bene con la faccia di bronzo che si ritrovano. Già, perché se da un lato si può comprendere, ma non giustificare, l’opportunismo becero di Occhiuto e del Pd che tanti problemi hanno con Gratteri e pensano di ingraziarselo con qualche frase ad effetto, quello che si fa fatica a capire è il doppiogiochismo politico dei 5 Stelle, o meglio il predicare bene e razzolare male, divenuto oramai, nel Movimento metodo politico. Una “prassi” che serve a nascondere la loro congenita pavidità e il loro sistematico adattamento, per mera sopravvivenza politica, alle logiche perverse del potere. Di giorno fanno i tifosi della legalità e dell’ambiente, e di notte firmano tutto quello che i marpioni di governo gli sottopongono. Come nel caso della mancata nomina alla guida della Dna di Gratteri: di giorno fanno i tifosi di Gratteri, e di notte lo bocciano al Csm. Che è quello che successo: ad impedire la nomina di Gratteri alla Dna, anche  i voti contrari espressi dai due consiglieri laici “nominati” dai 5 Stelle, Alberto Maria Benedetti e Filippo Donati. Di più: a sostenere la “proposta Gratteri” il consigliere laico Fulvio Gigliotti, giurista e calabrese di Catanzaro di area M5S, anche lui bocciato dai suoi “compagni” di Movimento.

Sulla mancata nomina di Gratteri i parlamentari calabresi del Movimento 5 Stelle, si sono subito aggiunti al coro ipocrita della finta solidarietà, con frasi del tipo: “la mancata nomina di Gratteri alla procura nazionale antimafia è alquanto incomprensibile, e senza dubbio una occasione persa per il Csm”. Se questa frase non merita la medaglia come migliore faccia di bronzo, diteci voi. Ma come… prima lo bocciate, e poi vi lamentate – lanciando accuse sibilline verso chissà quale potere forte che avrebbe impedito la nomina, la solita scusa per giustificare la loro vile pavidità – che non l’hanno nominato? Come definire tale atteggiamento, a voi la scelta.

A completare l’ipocrita opera di solidarietà dei 5 Stelle a Gratteri, l’ex ministro Alfonso Bonafede. Lo stesso che ha negato su pressione di Morra – all’epoca dei fatti ricattato dai Cinghiali, circostanza di cui erano a conoscenza tutti i parlamentari 5 Stelle, Melicchio in testa – e della massomafia giudiziaria, l’ispezione presso il Tribunale di Cosenza. Ispezione, ricordiamolo, sollecitata e firmata da 9 deputati 5 Stelle che avrebbe dovuto far luce sull’attività di diversi magistrati, segnalati da Gratteri alla procura di Salerno, sospettati di corruzione, che non ha visto mai la luce, e questo perché palesemente boicottata da tutti, compresi i firmatari della proposta, in preda al panico. Prima gli negano l’agibilità, e poi, in pubblico, lo lodano. Chissà se Gratteri ha capito tutto questo. E comunque, più che una medaglia di bronzo ai 5 Stelle, bisognerebbe spedirli nell’età del bronzo.