Gratteri riesuma i “cattivi maestri”

Come può conciliare il PD la candidatura di un fascista come Gratteri alla guida della nostra regione, con la sua storia politica, salvandosi la faccia, o almeno le apparenze, lo voglio proprio vedere.

Certo è che questo partito spazzatura che raccoglie di tutto e di più, scrupoli politici, come in questo caso, non se ne fa più da un pezzo. Infatti, c’è di tutto al suo interno. Ladroni, mafiosi, corrotti e forse è proprio pensando ad un uomo dal pugno duro come Gratteri che quelli del PD, sia gli onesti che i disonesti che si travestono da onesti per far passare a nuttata, pur di fare un po’ di pulizia hanno deciso di accettare anche il fascismo culturale che il procuratore si porta dietro.

Hanno pensato ad uno come lui per porre rimedio, mussolinianamente parlando, ad una situazione che per quel che riguarda la legalità nel PD, ha deragliato da un pezzo.

Altrimenti non riesco a spiegarmi come possano i sinceri compagni di questo partito – non mi riferisco ai renziani originali, quelli sono per fare sempre di tutta l’ erba un sol fascio, ma a quelli che provengo dal glorioso PCI – accettare questo.

Evidentemente non potendo, gli onesti del PD, affrontare le cordate e le potenti lobby che negli anni si sono sedimentate all’interno del partito, hanno pensato che solo uno come Gratteri può metterli alla porta.

E le cordate per far credere che si metteranno da parte fanno o meglio hanno deciso di fare momentaneamente gli agnellini. Un classico: quando le hai provate tutte politicamente per fermare la corruzione, non ti resta che appellarti ad un uomo forte.

Così nascono le dittature, storicamente. E’ triste vedere che per riportare un po’ di legalità dentro il partito, i compagni  sono costretti ad arrendersi all’ordine e alla disciplina, ed accettare l’aberrante “principio politico” di un uomo solo al comando.

Se da un lato questo dovrebbe farci ben sperare, per il fatto che qualcuno finalmente si ribella ai lestofanti, dall’altro deve farci preoccupare l’acuirsi della già grave deriva politica/culturale che il PD  ha da tempo intrapreso. E che con Gratteri si rafforza.

Non basta il solo essere onesto per guidare una comunità. Che qui da noi è un ottimo punto di partenza, ci mancherebbe, ma serve anche una visione democratica ed aperta della società. Serve qualcuno che sappia comprendere e analizzare le mille sfumature che compongono una comunità, la complessità dei rapporti sociali, la fenomenologia che accompagna le generazioni.

Non si diventa statisti solo perché si è perbene ed onesti. Bisogna essere di “larghe vedute” per gestire le mille difficoltà quotidiane che la gente è costretta a vivere. E Gratteri non è certo uno di larghe vedute. Fosse per lui ripristinerebbe le catene e i lavori forzati. Fosse per lui chi dissente dovrebbe essere messo a tacere. Fosse per lui ristabilirebbe l’esilio. Fosse per lui i treni arriverebbero in orario.

Che Gratteri è politicamente fascista si è capito. E spero che dirlo non equivale a delegittimare la sua attività di magistrato. Perché se non vuole attirarsi queste critiche addosso dovrebbe essere più prudente quando esterna.

Ma siccome non gli piace neanche a lui nascondere la sua visione politica, parla e dice quello che pensa. E così anche oggi ha esternato tutto il suo odio verso i compagni. Lo ha esternato durante un incontro con gli studenti del  liceo “Mazzini” di Locri.

Ha così detto: «Voi potete combattere la criminalità organizzata studiando. La questione che oggi si pone come elemento integrante della lotta alle mafie unitamente all’azione giudiziaria, in realtà è successiva a un’altra grande questione che è quella dell’istruzione, dello studio e dell’apprendimento della lingua italiana, della storia, delle geografia e della filosofia. Oggi paghiamo ancora lo scotto di classi docenti laureatesi negli anni Settanta con la pistola sul tavolo”.

Un concetto che gronda politica. Con una affermazione molto forte: se oggi esiste la ‘ndrangheta è perché durante gli anni Settanta (gli “anni di piombo”) c’erano i “cattivi maestri” che hanno insegnato ad una generazione che ancora non si è estinta, a ribellarsi con la pistola.

Io questo ho capito. Che c’entra la ‘ndrangheta con i movimenti extraparlamentari di sinistra degli anni settanta? Che c’entra la ‘ndrangheta con le organizzazioni armate politiche comuniste di quegli anni? Semmai è vero il contrario: che a frequentare la ‘ndrangheta erano proprio i fascisti.

Comunque spero non si offenda, ma se Gratteri fa politica io rispondo politicamente. Non c’è nessuna volontà di delegittimazione. Basta con questa scusa. La mia come la sua è una esternazione squisitamente politica. E come tale va presa.

GdD