Grillo, Conte e il patto della spigola

(pressreader.com) – di Luca De Carolis e Paola Zanca – Il Fatto Quotidiano – Per due che hanno litigato (anche) sulla comunicazione, la prima ossessione dovrebbe essere quella per la coerenza del messaggio. E invece, mentre su Facebook Beppe Grillo celebra il patto siglato davanti a una spigola con Giuseppe Conte e infonde coraggio a sé e alle truppe (“Ora pensiamo al 2050!”), sulla home page del suo blog ancora campeggia l’invettiva di due settimane fa. “Una bozza e via”, si infervorava, demolendo il lavoro che l’ex premier aveva fatto sullo Statuto. E altro che 2050, si legge ancora, a imperitura memoria: Conte “non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione. Io questo l’ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi”.

Poi, come noto, ci sono stati il comitato dei sette, la visita di Luigi Di Maio e Roberto Fico a Marina di Bibbona e la telefonata con Conte che – prima che nell’assemblea dei gruppi deflagrasse la protesta contro il fondatore che aveva dato il via libera alla riforma Cartabia – ha segnato la tregua tra i due. Nel nuovo statuto, Conte ottiene la titolarità esclusiva sulla linea politica del M5S, Grillo non perde poteri rispetto a quelli attuali. Insomma, tutti dicono di aver vinto e chissà quanto durerà. Per ora, di tempi certi, si hanno solo quelli sulla votazione online della nuova struttura. Domani Conte annuncerà con un video il via alla consultazione sulla piattaforma SkyVote e dopo 15 giorni – durante i quali si terrà un evento per la presentazione agli iscritti dello Statuto – si avrà il verdetto sulla leadership.

Ieri, in un ristorante vicino alla villa vista mare di Marina di Bibbona, Grillo e Conte hanno avuto il loro primo faccia a faccia dopo settimane di insulti e ultimatum a distanza. Con loro anche un fedelissimo di Luigi Di Maio, Pietro Dettori. E infatti, con i suoi, il ministro degli Esteri rivendica “orgoglioso” il “lavoro di mediazione” che ha condotto in prima persona. La stessa soddisfazione di Conte per il “buon clima” in cui si è mossa la trattativa.

Si torna sul luogo dove a marzo, una settimana dopo l’investitura sul terrazzo dell’hotel Forum, Grillo invitò a pranzo l’ex premier e, seduti sulle sdraio in spiaggia, sorridevano del patto siglato. Stavolta il pasto si consuma in un luogo meno familiare, una trattoria di pesce, i sorrisi a favor di fotografi sono gli stessi, ma di cose da chiarire, sul tavolo, ce ne sono ancora parecchie. A cominciare da alcuni dettagli tecnici, che i due non avevano ancora personalmente affrontato. Non avrebbero invece parlato di nomi, ovvero delle scelte che i due saranno presto chiamati a fare: Conte indicherà gli organi politici (tra i papabili restano in pole Bonafede, Taverna, Patuanelli e Appendino), Grillo deciderà invece chi farà parte degli organi di garanzia. Ma nessuno vuole che l’altro metta bocca sulle caselle, motivo per cui si sarebbero tenuti alla larga dall’argomento. Ancora tutto da scrivere è pure il Codice etico, che ha in pancia anche l’annosa questione dei due mandati su cui, alla fine, entrambi dovrebbero decidere di cedere la palla alla base, anche se – al solito – il modo in cui verrà posto il quesito indirizzerà l’orientamento degli iscritti.

Ma poi ci sono le faccende di governo, non solo quelle che riguardano la vita interna del partito. Uscire dall’angolo in cui sono finiti i 5 Stelle è il primo obiettivo dell’ex premier, che vuole anticipare possibili blitz della maggioranza e presentare un suo “tagliando” al Reddito di cittadinanza, bandiera del suo primo governo. Ma a Grillo ha ribadito anche di non aver intenzione di lasciar approvare così com’è la riforma della Giustizia. La stessa su cui, una settimana fa, il garante aveva dato il via libera, in una telefonata col premier Mario Draghi, spostando sul sì i ministri 5Stelle, fin lì fermi sull’astensione. Cose che d’ora in poi non succederanno più. O almeno questo è l’augurio di Conte.