Guardia Piemontese, luci e ombre della famiglia Rocchetti: il paese è sotto shock

Guardia Piemontese stamattina è sotto shock per l’arresto del sindaco Vincenzo Rocchetti, finito impelagato in una squallida storia di truffe e favoritismi per assegnare alloggi popolari (http://www.iacchite.com/tirreno-il-procuratore-bruni-arresta-un-altro-sindaco-per-peculato-falso-e-abuso-dufficio/).

Guardia è una delle più belle località del mar Tirreno calabrese, dove sorge, tra l’altro, il centro termale più importante della Calabria, aperto tutto l’anno e che ospita centinaia di pazienti che nella quasi totalità dei casi escono rigenerati dalle cure.

A Guardia c’è anche uno splendido Centro storico, costruito ad una sommità di oltre 1000 metri sul livello del mare: è come vedere il panorama da un aereo e si possono pure ammirare il vulcano Stromboli e lo Stretto di Messina. La sua posizione geografica, del resto, è strategica: con un tragitto di circa 30 minuti si arriva in auto sull’altro mare, lo Jonio, e quindi nelle zone di Sibari e Corigliano-Rossano e l’autostrada Salerno-Reggio Calabria  è a circa 20 minuti.

Ma l’icona di Guardia è senza dubbio il famoso Scoglio della Regina, che negli anni ’60 e per un breve periodo degli anni ’80 era attaccato alla spiaggia prima di “isolarsi” e regalare uno spettacolo unico. L’arresto del sindaco Vincenzo Rocchetti ha particolarmente colpito la popolazione perché l’attuale primo cittadino di Guardia è figlio dell’indimenticabile Saverio, che è stato lo storico sindaco del paese per più di dieci anni, dall’inizio degli anni Novanta e fino all’alba degli anni Duemila. Saverio Rocchetti, politicamente parlando, è sempre stato un uomo di centro e le liste civiche che lo sostenevano erano – come si diceva un tempo – “miste”, nel senso che non avevano una caratterizzazione precisa e comunque facevano riferimento al grande contenitore della vecchia Democrazia Cristiana, prima del big bang di Tangentopoli.

Saverio Rocchetti, subentrato alla carica di sindaco dopo la morte del compianto Vincenzo Perrone, aveva perfezionato il gemellaggio con il comune di Torre Pellice e aveva dato inizio alla valorizzazione della Frazione Marina, dotandola di moderne strade e di verde attrezzato, recuperando così aree disponibili che sono diventate vere isole verdi per i molti turisti che affollano le spiagge del suo bellissimo litorale contraddistinto dal pittoresco “Scoglio della Regina “.

Oggi il parco giochi della Marina è intitolato proprio alla sua memoria perché Saverio Rocchetti, nel corso della sua vita privata e pubblica, ha sempre difeso, con amore e dedizione, l’identità della propria terra, altro carattere distintivo e particolare di questo centro. Egli infatti amava ripetere: “Guardia Piemontese è l’unico paese Occitano della Calabria che, certamente, rende prestigio a quest’ultima. Noi attraverso la Calabria siamo diventati un paese importante, ma anche la Calabria attraverso Guardia Piemontese ricorda una storia e una popolazione ancora oggi presente sul territorio”.

Dopo Saverio Rocchetti era andato a governare Andrea Muglia ma nel 2007 la famiglia Rocchetti era tornata a guidare Guardia attraverso Gaetano Cistaro, eletto a capo di un gruppo di liste civiche nelle quali c’erano molti uomini vicini a Saverio.

Ma Cistaro era atteso da un crudele destino, che lo portò a una morte improvvisa per infarto nel 2010 ed è a questo punto che irrompe sulla scena Vincenzo Rocchetti, il figlio di Saverio, che vince le elezioni nel 2011 proprio contro Muglia e poi si conferma ancora sindaco nelle elezioni del 2016.Nel corso di questa ultima consiliatura, Guardia Piemontese è stata insignita del titolo di “Città europea della Riforma”. Il borgo calabrese è entrato così a far parte, insieme a Wittenberg, Vienna, Londra, Ginevra, di un gruppo di località europee legate alla storia della Riforma del XVI secolo. Il titolo è stato conferito dalla Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE) in accordo con le amministrazioni cittadine. Nel 1561 Guardia Piemontese fu al centro di una violenta crociata che portò al massacro dei valdesi di Calabria, duemila dei quali furono trucidati proprio a Guardia presso quella che ancor oggi è chiamata Porta del sangue. Il segretario generale della CCPE, il vescovo luterano Michael Bünker, aveva comunicato al sindaco di Guardia la notizia del conferimento del titolo con questa motivazione, riportata sul sito www.chiesavaldese.org: “Il vostro paese vanta legami particolari con la storia dei valdesi. Nel XIII secolo i valdesi del Piemonte ripararono presso di voi. Il termine ‘piemontese’ si riferisce proprio a questa fetta di storia. Durante il XVI secolo i valdesi si unirono alla Riforma e da quel momento uscirono dalla clandestinità per professare la loro fede liberamente. Il risultato fu che molti di essi vennero perseguitati, torturati e uccisi dall’Inquisizione. Un ricordo di queste persone è reso possibile grazie al museo valdese di Guardia Piemontese e alle attività culturali che la città porta avanti con la locale chiesa valdese”.

Nel corso di questa stessa consiliatura si erano addensate anche brutte ombre sull’operato del sindaco Vincenzo Rocchetti. In primis per la dolorosa questione dell’erosione costiera, che affligge e non poco anche Guardia, ma anche per le vicende delle Terme Luigiane, ormai da tempo al centro di una sotterranea guerra di potere per la gestione degli introiti e dei benefici di tutte le attività.Ma Vincenzo Rocchetti, insieme al sindaco di Acquappesa Giorgio Maritato e ad assessori e funzionari dei due comuni, era stato indagato a marzo dello scorso anno in un’inchiesta della Procura di Paola che aveva portato al sequestro preventivo di 12 maxi pannelli pubblicitari con contestuale notifica di avviso di garanzia. I reati ipotizzati sono turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, depistaggio, abuso d’ufficio, rifiuto di atti d’ufficio, falsità ideologica.

Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri di Guardia Piemontese e della Compagnia di Paola, la gestione del servizio pubblicitario sarebbe stata affidata in violazione del Codice degli appalti pubblici. In particolare sarebbero state favorite, con affidamenti diretti, società prive dei requisiti e riconducibili a soggetti pregiudicati e/o sorvegliati speciali legati alla cosca Muto. I comuni, inoltre, non percepivano canone e non avrebbero abbattuto i cartelloni nonostante un provvedimento dell’Anas. Oggi l’arresto dello stesso Rocchetti per la truffa degli alloggi popolari. E il particolare, assolutamente paradossale, che il sindaco “bonificasse” dalle cimici i suoi uffici con fondi pubblici.

A Guardia Piemontese, la musica è cambiata. In peggio, purtroppo.