“Il Calcio Latino” ricorda il Cosenza di Bruno Giorgi: “Giocava un gran calcio”

Il Calcio Latino vuole essere un contenitore di storie capaci di detonare emozioni: quelle che scaturiscono dal rettangolo verde, dalla passione dei tifosi, dalla vita dei protagonisti. Un modo inedito di raccontare un angolo di felicità… 

dalla pagina FB Il Calcio Latino

Per ripartire dopo la batosta con la Macedonia del Nord può servire ricordare che comunque andrà, in qualsiasi competizione, vincerà uno solo. E ricostruire nel calcio non ci porterà certamente a nuove vittorie, ma varrà sempre la pena provarci. Potremmo ripartire dalle macerie e fare bene un lungo percorso, superando avversari e polemiche, ma piazzandoci secondi come l’Italia di Sacchi nel ’94 oppure terzi come l’Italia di Vicini nel ’90: nessuno però ha dimenticato quelle due squadre. Perché non sempre viene ricordato quel solo che vince. L’esempio facile è l’Olanda di Cruijff, ma sapete cosa chiese il presidente Squinzi quando chiamò De Zerbi al Sassuolo ? Non chiese la salvezza o l’Europa, ma soltanto “Li faccia giocare bene”. Che cosa ha vinto il Sassuolo di De Zerbi ? Eppure secondo Marcello Lippi era la squadra che giocava meglio.

Talvolta anche una squadra che non ha vinto nulla, nemmeno un campionato, rimane indimenticabile. Ne abbiamo scelte alcune e tra queste il Cosenza 1988-’89 allenato da Bruno Giorgi, giocava un gran calcio, frutto di schemi e giocatori di talento (due arriveranno in Nazionale). Sfiora la serie A, perdendo il diritto allo spareggio per la classifica avulsa. Quel posto se lo giocarono Cremonese e Reggina. Da sinistra in piedi: Simoni, Caneo, Galeazzi, Cozzella, Napolitano, Lombardo. Accosciati da sinistra: Marino, Padovano, Bergamini, Urban, Venturin.
A Cosenza ricordano la formazione a memoria.
Perché vincere non è l’unica cosa che conta