Il Cdm approva le “pagelle” per i giudici. I nostri voti ai pm della procura di Cosenza

Nello scontro in atto tra magistrati e governo, un classico che va avanti dai tempi del Cavaliere, per la supremazia di una casta sull’altra, è il ministro Crosetto a riordinare le fila dei politici e lanciare un assalto alla baionetta ai magistrati come nessuno aveva mai osato prima. Dice Crosetto: “L’unico pericolo per il governo è l’opposizione giudiziaria. So di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di fermare Meloni”. Un’affermazione pesante lanciata ad orologeria e certamente concordata con la Meloni. Che ha due precisi obiettivi, il primo: screditare il lavoro dei magistrati, anticipando all’opinione pubblica l’eventualità concreta di inchieste farlocche sul governo portate avanti dalle solite toghe rosse, istigate dagli avversari politici, che vogliono sovvertire il risultato del voto espresso democraticamente. Il secondo obiettivo è quello di mandare un preciso messaggio alla casta rivale dei magistrati in perenne guerra con i governi di tutti i colori, e non certo per difendere la Giustizia, ma per tutelare i loro privilegi: “o la smettete di indagare, inquisire, arrestare sodali di ogni ordine e grado del governo, oppure vi mettiamo il guinzaglio”.

Un passaggio obbligato per la Meloni vista la propensione dei politici a delinquere. Del resto i reati contro lo stato e la pubblica amministrazione, commessi dai politici, sono all’ordine del giorno, ancora di più nelle file di Fratelli di ‘ndrangheta, Lega e Forza Mafia, e con una percentuale così alta di delinquenti nel governo e nella maggioranza le probabilità di finire in qualche inchiesta sono altissime, perciò fermare l’azione giudiziaria diventa di vitale importanza per questo governo.

E per meglio far comprendere la determinazione del governo ad “infilare” il guinzaglio ai magistrati ci ha pensato Il Consiglio dei ministri che ha approvato due decreti attuativi della riforma della Giustizia voluta dall’ex ministra Marta Cartabia ai tempi del governo Draghi. Il primo introduce le “pagelle per i magistrati” da stilare ogni 4 anni e con tanto di voti, dall’ ottimo al negativo.  Nel secondo decreto, invece, si affronta il riordino dei magistrati, che non potranno essere messi fuori ruolo prima di aver lavorato 10 anni nella loro giurisdizione. Uno schiaffo in pieno volto ai magistrati che gridano all’attentato all’indipendenza della magistratura solo quando la politica intrallazzona tocca i loro privilegi. Ma quello che in realtà difendono è la loro “autonomia” a poter ricattare il potere politico a seconda delle loro esigenze del momento. Alla casta dei magistrati dei “pesi e contrappesi” non gliene frega niente. E poi diciamolo: le correnti in magistratura sono fittizie. Servono solo a distribuire proporzionalmente il potere all’interno della casta. Che resta tutta unita quando la politica vuole prevalere sul primato dei giudici. Gli unici titolati a definirsi “arbitri in terra del Bene e del Male”.

Non sappiamo se sia un Bene o un Male la pagella ai magistrati, filosoficamente parlando, ma visto che lo dice il governo vogliamo essere i primi a dare i voti ai magistrati, partendo dalla procura di Cosenza. 

Mario Spagnuolo, procuratore capo ancora per qualche mese (a marzo 2024 va in pensione grazie a Dio): 3 meno meno. L’alunno, vecchio ripetente, non ha mostrato segni di miglioramento professionale ed etico in tutto l’anno giudiziario. Le lacune sono sempre le stesse: totale mancanza di cultura giuridica e senso del dovere. La sua propensione a marinare il dovere, e a farla sempre franca, è rimasta intatta negli anni, e risulta incorreggibile, si consiglia il pensionamento anticipato.

Antonio Bruno Tridico sostituto procuratore: il suo numero perfetto è il…2. L’eterno secondo, dopo la buonanima di Toto Cutugno, non arriverà mai primo. Antonio ha dimostrato, dopo tanti anni di servizio a rincorrere il vento, tutta la sua maturità di attempato pm che si trascina per inerzia e sa già da ora che NON riceverà la tanta desiderata promozione. Inerzia, che va detto, non produce danni… a lui. Infatti Antonio ha anche dimostrato di saper scegliere il compagno di banco. Da tempo si accompagna al presidente Gargamella e come per incanto la procura di Lamezia gli ha sequestrato 2 milioni. Forse porta pure male…

Francesco Giuseppe Cozzolino, sostituto procuratore: 18 +… Sì, è vero, le pagelle vanno da 1 a 10 ma lui va oltre… Perché dal 1° gennaio scatta il suo 18° anno di servizio consecutivo nel porto delle nebbie. Solo Tridico lo batte… Eppure avrebbe tutte le carte in regola per fare bene, ma non vuole. Conosce la morale della materia, ma preferisce il libertinaggio del dovere. È questione di stile di vita. Non riesce a contenere la sua esuberanza professionale da cui trae forza e prestigio personale, che spesso manifesta con pretestuose “tesi” che, per come pensate e esposte, lasciano immaginare un “oltre” che va oltre i suoi doveri di ufficio. Un oltre che riesce a mascherare con intelligenza proprio grazie alla sua conoscenza del mestiere. Il che lo rende ai più indecifrabile. Ma non a quelli che con lui hanno avuto a che fare. Giuseppe detto Pino è uno che può, e sa, andare “oltre”. E per questo merita un 18 +. ‘Ccu salute ppe natri centanni. Bisogna solo capire se tutto ciò che fa è lecito oltre ogni ragionevole dubbio.

Maria Luigia D’Andrea, sostituto procuratore: 4 più. Nonostante gli importanti incarichi ricevuti, non ha dimostrato di conoscere la materia principale del suo lavoro: l’investigazione. Parte in quarta e non arriva mai al traguardo, e quelle poche volte che ci arriva lo fa con tanta fatica, e molta fortuna. Vanta un intuito che non ha. Ma che potrebbe rimpiazzare con l’impegno concentrandosi di più su quello che fa. Ma spesso si lascia trascinare dalle correnti del momento, e facilmente perde la bussola, finendo col trovarsi in acque a lei sconosciute. Nel suo lavoro un errore, se fatto in buona fede, e non per sciatteria, ci può pure stare… se è chiara la natura dell’errore però. Meno sciatteria e più concretezza, viene da dire, guardando il suo lavoro. Ma non è mai tardi per riflettere sui propri errori. Rimediare al 4 più si può. Ma deve studiare e anche parecchio.