Il conflitto russo-ucraino è a una svolta, soffiano venti di guerra

Oggi è il 750° giorno di guerra in Ucrania. 750 giorni di orrore, morte, devastazione. Dal giorno dell’invasione russa dell’Ucrania il conflitto ha registrato alti e bassi, offensive e controffensive da una parte e dall’altra, ma da qualche mese l’esercito russo sembra inarrestabile. Le difese ucraine tengono ma sono allo stremo. Le munizioni scarseggiano e senza munizioni non si può rispondere alla potenza di fuoco messa in campo da Putin. I russi avanzano e il tempo sembra giocare a loro favore. E a dirlo è il leader dei democratici nel Senato americano, Chuck Schumer: “o arrivano subito altre armi, oppure l’esercito ucraino potrà resistere solo due mesi alla spinta dell’armata putiniana”. Di più: Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell’Unione europea, dopo aver incontrato il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken a Washington, ha detto: “la guerra si deciderà in primavera, al massimo entro l’estate”.  Parole, per chi vuole intederle, che hanno un unico è solo significato: o entra in campo la Nato, oppure la guerra è persa. Inviare qualche missile e qualche carro armato, non basta più. Bisogna sfoderare l’arsenale delle occasioni speciali. E questa è una “occasione speciale”.

La peggiore preoccupazione dei guerrafondai occidentali sono le elezioni americane del prossimo ottobre. Se dovesse vincere Trump l’alleanza americana con l’Ucraina di Zelensky cesserebbe di esistere. E senza l’America a fomentare guerra, per l’Ucraina e gli europei potrebbe mettersi molto male. Ed è su questo che punta Putin, sicuro vincitore delle elezioni che si stanno svolgendo in Russia. Lo zar di tutte le Russie sa che questi mesi sono fondamentali per la risoluzione a suo favore del conflitto, perciò spinge sul fronte. E questo lo hanno ben capito gli europei, soprattutto i tre stati del cosiddetto Triangolo di Weimar: Francia, Germania, Polonia.  Il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier polacco Donald Tusk, proprio oggi al termine di un vertice, hanno annunciato l’invio di armi a lungo raggio agli alleati ucraini. Un palliativo che non riuscirà ad arginare l’avanzata russa. Infatti il presidente francese Emmanuel Macron in un video sul suo profilo X, prima del vertice, consapevole che non basta più inviare munizioni agli ucraini per vincere la guerra, ha detto: “dobbiamo reagire e fare tutto il possibile perchè la Russia non vinca. Se la Russia continua noi dobbiamo essere pronti e noi siamo pronti a prendere le decisioni che non facciano vincere la Russia”.

Un messaggio che tra le righe nasconde quella che potrebbe diventare, qualora le difese ucraine dovessero cedere, una drammatica realtà: soffiano venti di guerra. Che potrebbe coinvolgere gli stati europei nei prossimi mesi. A buttare benzina sul fuoco l’alleato della Meloni il premier ungherese Viktor Orban che dice: «Se vogliamo salvaguardare la libertà e sovranità dell’Ungheria, non abbiamo altra scelta: bisogna conquistare Bruxelles, dobbiamo impedire all’Unione europea, di trascinarci per forza in guerra contro la Russia».

In tutto questo l’unica cosa che riesce a dire l’Italia attraverso il ministro Tajani è: «Credo che la Nato non debba entrare in Ucraina e mi auguro che non accada. Entrare e fare guerra alla Russia significa rischiare la Terza guerra mondiale». Salvo poi sostenere con denaro e armi la guerra. Che Dio ce la mandi buona…