Gentile Direttore,
la scrivo per rappresentarle l’ennesima mortificazione subita dai laureati in Scienze Turistiche ed in Valorizzazione dei Sistemi Turistico-Culturali.
E’ una protesta come al solito civile, di laureati con alta dignità, e che però si vergognano di come, in particolare in questa Regione, si lavora per la crescita della professionalizzazione del turismo.
La protesta riguarda il fatto che, per l’ennesima volta, bandi pubblici della Regione non aprono, o “riservano” come più giusto sarebbe, specifici spazi ai laureati in “turismo”, quando in questi bandi si fa direttamente o indirettamente riferimento al “turismo” ed ai “beni culturali”.
Per quale ragione per accedere alla selezione accanto ai laureati in Archeologia, in Architettura, in Archivista e biblioteconomia, in Ingegneria ambientale, in Ingegneria civile, in Ingegneria informatica, in Geologia, in Scienza e tecnologia beni culturali ed in Statistica, non debbano poterci essere i laureati in “Valorizzazione dei Sistemi Turistico-Culturali”, proprio non si capisce.
Ed anche se tale atto dirigenziale rispondesse ad esigenze di allineamento ad un orientamento nazionale o ministeriale, cosa vieta alla Regione Calabria di guardare agli interessi più generali della propria collettività? Cosa vieta all’ente regionale di guardare con un occhio alla tutela del proprio bene culturale e con l’altro alla sua valorizzazione turistica attraverso professionalità adeguate, specifiche e giovani?
La performance occupazionale (vedi dati Almalaurea) dei laureati in turismo, anche di quelli calabresi, è in linea ed anche migliore di quella dei laureati in discipline più antiche e note, anche se spesso ciò è conseguenza della mobilità in altra area del Paese.
Tuttavia quello che rammarica è l’assenza, per questa regione, di modelli e politiche che privilegiano e costringono verso la professionalizzazione del comparto turistico nel suo complesso. Inoltre, rammarica anche il fatto che nonostante le davvero molteplici possibilità occupazionali sia in ambito privato che anche, e forse soprattutto, in ambito pubblico, similmente a come in passato è avvenuto nell’agricoltura, spesso ai laureati non rimane che emigrare verso luoghi che sulla carta non hanno neanche lontanamente le risorse turistiche ed umane di cui noi disponiamo.
Forse, a questo punto, su questa questione si dovrebbe trovare il modo di trovare ed imporre soluzioni in collaborazione, oltre che con gli amministratori pubblici, anche e soprattutto con le decine di coraggiosi ed ottimi imprenditori e professionisti su cui per fortuna può ancora contare il “sistema” turistico calabrese.
Cordialità
Prof. Tullio Romita
Coordinatore Corso di Laurea Magistrale in Valorizzazione dei Sistemi Turistico-Culturali Università della Calabria