Il racconto di Adolfo Foggetti: così abbiamo ucciso Luca Bruni

Quella che segue è l’agghiacciante ricostruzione dell’omicidio di Luca Bruni fatta dal pentito di ‘ndrangheta Adolfo Foggetti.  Consigliamo la lettura ad un pubblico adulto.

“Per come ho già riferito, Luca Bruni è stato ucciso per il tramite di due pistole: una automatica 7,65 ed una calibro 38 a tamburo. Fin da quando l’omicidio era stato programmato, Daniele Lamanna mi riferiva che le armi gliele avrebbe date Maurizio Rango. Io ho visto le armi soltanto quando sono state usate. Lamanna portava addosso la 7,65 in una giacca del giubbino che indossava, la 38 era stata riposta sotto il sedile anteriore, lato conducente, dell’auto a bordo della quale era salito lo stesso Luca Bruni, insieme a me e Lamanna Daniele.

Appena scesi dall’auto, una volta che Luca Bruni ha dato le spalle a Lamanna, questi ha esploso un primo colpo alla nuca di Luca Bruni con la 7,65.

Luca Bruni ha urlato qualcosa, è caduto con la faccia a terra. Lamanna gli ha sparato alle spalle 2 o 3 colpi con la 7,65, l’arma si è inceppata, tanto che cominciava a fare cilecca, per cui Lamanna mi diceva di prendergli la seconda pistola in auto, io eseguivo l’ordine, passavo l’arma a Daniele che la scaricava alle spalle di Luca Bruni.

Voglio precisare che non ricordo bene se la seconda arma era una 38 o una 38 special, che ha una canna più lunga della 38, per così dire normale. Sono sicuro del fatto che anche il serbatoio della 38 sia stato completamente utilizzato in quanto anche quest’arma sparava a vuoto dopo una prima serie di colpi esplosi.

Mi pare di ricordare che quella sera non pioveva ma mi sporcavo le scarpe di fango. Ricordo il particolare perché, appena tornato a casa, mi toglievo tutti i vestiti che buttavo in un cassonetto dell’immondizia adiacente alla mia abitazione. Diedi ordine a mio cugino di incendiare lo stesso cassonetto”.