Incendi, quelle imbarazzanti anomalie nei catasti di Rende e Castrolibero (di Matteo Olivieri)

E’ online il nuovo sito dell’Autorità di Bacino della Regione Calabria, che fornisce indicazioni sulle aree percorse dal fuoco. Abbiamo provato a verificare l’accuratezza delle informazioni e delle mappe disponibili per Rende e Castrolibero, e abbiamo scoperto che…

di Matteo Olivieri

Da qualche giorno è online il nuovo sito web dell’Autorità di Bacino della Regione Calabria, che fornisce informazioni su vincoli idrogeologici, frane ed il rischio di alluvioni per tutto il territorio calabrese. Una delle nuove funzioni introdotte dal sito è relativa al catasto delle aree percorse dal fuoco, istituito con la legge 353/2000. Volendo testare l’efficacia del sito, ho provato a mettere a confronto le mappe in esso presenti con le fotografie aeree disponibili su Google. In particolare, mi sono concentrato su un caso che conosco approfonditamente, ovvero il lembo di terra al confine tra i Comuni di RendeCastrolibero e Cosenza. Come si sa, su questo territorio insistono numerose emergenze ambientali, tra cui la presenza di ben due discariche. Tale area è stata interessata nell’estate del 2017 da ripetuti incendi, che hanno riguardato tra l’altro il sito della discarica di Rende, finito successivamente sotto sequestro da parte dell’autorità giudiziaria.

Le aree in arancione corrispondono alle aree percorse dal fuoco per come rappresentate nel sito web dell’Autorità di Bacino della Regione Calabria.
La legge assegna ai Comuni l’obbligo di aggiornare i catasti delle aree percorse dal fuoco, ma sono frequenti gli errori. 

Ebbene, dal confronto delle mappe, è saltato subito agli occhi che il perimetro delle aree percorse dal fuoco risultanti dal sito web dell’Autorità di Bacino sembra differente da quello riscontrabile dalle foto aeree di Google. E la differenza non è di poco conto, ma addirittura è macroscopica! E’ pure possibile quantificare tale differenza in metri, visto che una delle nuove funzioni offerte dal sito web consiste proprio nella misurazione fotografica. Prendendo quindi come riferimento un “punto invariante” (in questo caso un casolare), il catasto degli incendi non include un’area di addirittura ben 200 metri lineari (cfr. punto 1, 2 e 3). Se tale esercizio venisse ripetuto su altri punti invarianti, si avrebbe immediatamente idea delle dimensioni delle aree percorse da incendi, che però non risultano da nessuna parte nei catasti comunali. In altre parole, esistono delle aree che sono state effettivamente interessate da incendi eppure non sono state censite; come pure, esistono aree non interessate da incendi, che però risultano censite. Quanti di questi casi esistono in giro per la Calabria?

Le foto di Google mostrano la reale estensione degli incendi che hanno interessato il territorio al confine tra i Comuni di Rende, Cosenza e Castrolibero nell’estate del 2017.

Trattandosi di errori macroscopici, ci attendiamo risposte credibili da parte delle autorità, né è pensabile che siano i cittadini a dover svolgere quell’attività di controllo documentale che spetta necessariamente alle istituzioni ed agli organi tecnici a ciò preposti. Nel frattempo prendiamo atto di tali incongruenze e proviamo a riflettere sulle implicazioni di tali anomalie catastali. Infatti, la legge 353/2000 all’art. 10 stabilisce tra l’altro che «le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente». Inoltre «in tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dagli eventi previsti dal presente comma, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell’atto.»

Mancando l’espresso richiamo del vincolo, sul suolo interessato dagli incendi è possibile realizzare opere altrimenti proibite dalla legge. Ebbene, sul suolo al confine tra i Comuni di Rende e Castrolibero si è deciso di realizzare la strada di collegamento tra Rende e Castrolibero, proprio nei pressi della ex-discarica, che potrebbe diventare a breve una “cittadella energetica”. E, benché le foto aeree di Google dimostrino l’esistenza di aree percorse dal fuoco, tali particelle non risultano dal sito web dell’Autorità di Bacino. Come forse si ricorderà, la notizia della realizzazione di tale strada di collegamento mediante un cospicuo finanziamento regionale da 1,2 milioni di euro, è stata divulgata nel bel mezzo della scorsa campagna elettorale per le elezioni comunali di Castrolibero, ed ha influito non poco nell’orientare il voto degli elettori verso l’amministrazione comunale uscente, considerati i suoi buoni rapporti con l’attuale giunta regionale.