Reggio Calabria. Si chiamava Giuseppe Cicciù il macchinista reggino deceduto questa mattina nel tragico incidente ferroviario avvenuto in provincia di Lodi. Aveva 52 anni. Cicciù era molto conosciuto ed apprezzato negli uffici della Fit Cisl.
Il segretario regionale del sindacato di categoria, Giovanni Abimelech, lo ricorda così sul corriere.it: “Alle ultime elezioni per le rappresentanze sindacali – racconta – Cicciù non si era ricandidato, anche se a malincuore, perché si era risposato da poco e aveva avuto una bambina”. “Lavorava da tanti anni come macchinista – ha aggiunto -, è stato uno dei primi sui nuovi treni dell’Alta velocità. Era una persona con grande esperienza, non certo un ragazzino, non era certo uno appena arrivato”. Per Abimelech quanto successo è “senza spiegazioni perché stiamo parlando di una delle infrastrutture più sicure al mondo, e abbiamo sempre avuto testimonianze in questo senso dagli esperti dell’alta velocità”.
Giuseppe Cicciù era molto conosciuto e ben voluto a Reggio Calabria, dove aveva lavorato a lungo ed era stimato da amici e colleghi. Era un uomo molto legato alla sua città, che aveva continuato ad amare profondamente anche dopo essersi trasferito per lavoro al Nord, rendendosi attivo nella comunità reggina in Lombardia. Il suo profilo facebook è stato subito riempito di commenti commoventi:
Ciao Giuseppe,tanti ricordi ci legano,quante risate e quante nottate su questi treni,pensavamo alla prossima rimpatriata,sarai sempre nei nostri pensieri,un abbraccio forte alla tua famiglia,riposa in pace . 371/86
L’altra vittima di questo terribile incidente è Mario Di Cuonzo, 59 anni. I corpi dei due ferrovieri sono stati sbalzati a centinaia di metri dal luogo dell’impatto. Stando alle prime ricostruzioni, il deragliamento del treno ad alta velocità partito da Milano e diretto a Salerno è avvenuto nel comune di Ospedaletto Lodigiano. Sembra che la motrice del Frecciarossa, in corrispondenza di uno scambio elettronico, si sia staccata dal resto del treno, andando verso la zona dei depositi e, dopo aver urtato un carrello merci sui binari e – dopo aver percorso trecento o quattrocento metri fuori dalle rotaie, si sarebbe schiantata su un casotto delle Ferrovie dello Stato.
Il resto del treno ha invece continuato la sua corsa sull’altro binario, la prima carrozza si è ribaltata e le altre carrozze sono più o meno intatte. L’intera area viene sottoposta a sequestro dalla Polfer al termine delle operazioni di soccorso, e la procura di Lodi ha aperto un’inchiesta.