Italia, sul Piano vaccini si recita a soggetto

(pa. rus. – la Stampa) – Il Piano vaccini per avviare la più grande campagna di immunizzazione di sempre c’ è già e in serata il Commissario Arcuri lo ha recapitato alla Conferenza Stato-Regioni, con tanto di tabelle sulle fiale destinate a ogni regione, medici e infermieri vaccinatori, frigo per conservare a meno 75 gradi le dosi consegnate da Pfizer. C’ è perfino la stima dei giorni che serviranno per ultimare il primo step della campagna.

Quello che dovrà vaccinare un milione e 700mila tra sanitari e ospiti delle Rsa. Ma poi basta gettare un occhio proprio a quei dati per capire che a pochi giorni dal “V-Day” che l’ Europa vuole lanciare tra Natale e capodanno si navighi ancora a vista. Consapevoli del fatto che quello di dicembre sarà solo il taglio di un nastro. E che per partire sul serio ci vorrà altro tempo.

Da un lato c’ è infatti il Lazio che dichiara di mettere in campo 487 medici e infermieri e 199 tra operatori socio sanitari e amministrativi per somministrare la sua prima tranche di oltre 180mila dosi in soli 9 giorni. Dall’ altro le Marche schierando solo 5 uomini in campo per 38mila punture conta di impiegare ben 301 giorni per chiudere la prima pratica. Così come non si spiega perché la Lombardia punti a effettuare 306mila vaccinazioni in 36 giorni con poco più di 300 vaccinatori e la Puglia ne impieghi 84 per somministrarne meno di 95 mila, con soli 56 uomini.

E parliamo di tempi per inoculare il primo milione e 833mila di dosi, perché poi a distanza di 28 giorni servirà inoculare il richiamo, attingendo alle altre due milioni e 507 mila fiale, che la Pfizer consegnerà più in là. E che serviranno per iniziare a vaccinare anche i primi over 80. Quanti non si sa perché ancora poche regioni sanno quanti sanitari e anziani delle Rsa abbiano realmente intenzione di porre il braccio.

Per capire come la confusione regni ancora sovrana bisogna però riavvolgere il nastro e andare all’ incontro di ieri mattina tra le regioni da un lato, Arcuri, Boccia, Speranza e il capo della protezione civile Borelli dall’ altro. La Toscana ha mostrato con orgoglio le sue 35mila prenotazioni tra i soli sanitari, ma per il resto solo calcoli approssimativi. Tant’ è che alla fine si consegnerà il 90% delle dosi richieste dalle regioni. Che potrebbero anche essere troppe, visto che in molti casi asl e ospedali non hanno organizzato un servizio di prenotazione, ma si sono limitati a trasmettere l’ elenco dei loro dipendenti. E poi del resto non è facile prenotare quando ancora ieri mancava il foglio per il consenso informato da far firmare, perché tra l’ altro si è sempre in attesa del “bugiardino” Pfizer, che elenca le eventuali controindicazioni come avviene per qualsiasi farmaco.

Poi c’ è il problema del personale. I 3mila medici e 12 infermieri vaccinatori con contratto a termine non arriveranno prima di febbraio. Prima di allora bisognerà cavarsela con i 2.850 medici e infermieri, oltre ai 1.603 operatori socio sanitari e amministrativi indicati nelle tabelle di Arcuri. Personale attinto da asl e ospedali sotto pressione.

Per non parlare delle Rsa, da sempre sottodotate di personale sanitario.

«Tutte le regioni si stanno organizzando» è il mantra del documento inviato dal commissario alla Stato-Regioni, riguardo prenotazioni, tasso di adesione e identificazione dei “vaccinatori”. Che dovranno anche essere formati. Perché in attesa del “libretto di istruzioni” sulle modalità di somministrazione a cura della struttura commissariale, tra i medici dei nostri ospedali circola il manuale d’ uso del servizio sanitario di sua Maestà britannica, che fa capire come scongelare e iniettare quel siero conservato a meno 75 gradi non sia un gioco da ragazzi.

Leggere per credere: le fiale da 5 dosi l’ una una volta scongelate possono stare solo 5 giorni in frigo, vanno diluite, «non agitate ma lentamente capovolte per 10 volte appena riportate a temperatura ambiente ed inoculate entro due ore dopo aver preparato 5 siringhe». Una procedura, dicono i medici nelle loro chat, «che andrebbe centralizzata nelle farmacie ospedaliere».

Chissà se qualcuno ci avrà pensato.