La Meloni in Europa come Mussolini: non vale e non conta niente

La Meloni non vale e non conta niente. Anche chi l’ha votata inizia a pensarla così. Arrivata a palazzo Chigi grazie alla schizofrenia elettorale degli italiani abituati a votare – non per ideologia ma per tentativi – con la (vana) speranza, ogni volta puntualmente disattesa, di trovare un politico degno di questo nome, la borgatara diventata statista non si è dimostrata diversa dai suoi bugiardi predecessori. Anche lei, che sbraitava dai banchi dell’opposizione come una ossessa contro tutto e tutti, una volta poggiato il culo sulla poltrona, ha dismesso di colpo tutte le sue ossessioni, adeguandosi, senza indugio alcuno e alla faccia dell’ossessione, all’andazzo italico della gestione del potere. Che prevede punti dai quali nessun governo può discostarsi, pena la cacciata da palazzo Chigi, uno su tutti: mettersi a 90 gradi sempre e comunque con gli americani. Senza dimenticarsi di non contraddire mai le potenti lobby finanziarie che risiedono in Europa.

Se la Meloni poggia il suo culo sulla poltrona più importante del governo è solo perché, nelle interlocuzioni preliminari con gli americani prima delle elezioni, ha garantito loro la continuità con l’Agenda Draghi. Per tutto il resto può fare quello che vuole, anche sfogare tutta la sua frustrazione, causata dalla consapevolezza di essere una colonia americana, accanendosi, solo per soddisfare la pornografiche voglie di regime di vecchi bavosi nostalgici e giovani impotenti politici, contro oppositori e poveracci interni e disperati e provenienti da ogni dove. Proprio come faceva Lui che obbligava gli italiani broccoloni a credere, obbedire e combattere, uccidendo e bastonando “gli infedeli e i miscredenti”, perché era la patria che lo chiedeva.

Si spacciava, agli occhi degli italiani, come il vero capo dell’Asse e fiero condottiero del sempre in espansione impero italico, promettendo prestigio e ricchezza al paese, perché era questo il destino di Roma: dominare il mondo, mentre la verità era che Lui non perdeva occasione per prostrarsi ai piedi di Hitler e ubbidire ad ogni suo ordine, perché non poteva fare altro. La potenza di cui ciarlava era solo una favola per bambini a cui tutti erano costretti a credere. Così come il suo prestigio internazionale. Una favola che però non incantò i tedeschi, infatti il trucchetto di spostare da una parte all’altra sempre gli stessi 50 carri armati per dare l’illusione a chi “osservava” di possederne 50.000, con loro non funzionò. Mussolini era un misero burattino, con arie da imperatore, che Hitler manovrava a proprio piacere.

Con le dovute “proporzioni” storiche,  la messa in scena politica che usava il Duce per intortare gli italiani, somiglia molto a quella utilizzata dalla carciofaraproletaria con trascorsi da baby sitter per prendere in giro gli italiani che come si sa sono propensi all’abbocco: da un lato vuole far credere agli italiani che l’hanno votata per disperazione di contare nello scacchiere mondiale, e di essere capace di imporre il volere italico a tutti, dall’altro, costretta dalla realtà che la colloca, nella scala dei nuovi assetti geopolitici mondiali, all’ultimo posto, insieme all’Ungheria, che come tutti sanno è sempre stato un paese, con tutto il rispetto, che non si è mai filato nessuno, passa le sue giornate a riportare la pallina, così come fa il cane, che gli lanciano, per gioco, gli americani.

La Meloni assomiglia a Lui solo per questo aspetto: impostare tutta la comunicazione solo ed esclusivamente su due parole: “ordine e sicurezza” solo per gli oppositori, ma soprattutto come potente arma di distrazione di massa, per nascondere agli italiani che l’Italia non ha mai smesso di fare da zerbino al potente di turno, che nel caso della Meloni non è Hitler, ma Biden. La Meloni in Europa non conta e non vale niente. Come Mussolini allora. E lo abbiamo visto. Così come non conta e non vale niente in campo internazionale. È solo una figura di contorno politico che Biden utilizza come una scimmietta ammaestrata a seconda delle sue convenienze militari e politiche del momento. Quando serve la mostra e fa vedere a tutti come è brava a saltare nel cerchio, quando non serve la mette in gabbia e ogni tanto gli tira qualche nocciolina. Questa è la realtà. E per nasconderla si accaniscono con i deboli e i “diversi” che come pasto per il popolo, va sempre bene. Ma lo fanno anche per soddisfare le loro insane pulsioni politiche, e poco gli importa se il paese va verso la deriva, o peggio verso la guerra.

La Meloni potrebbe trovarsi, da un momento all’altro, visto l’aggravarsi della guerra in Ucraina, di fronte alla richiesta di Biden, la stessa che Hitler fece a Mussolini ordinandogli di inviare soldati italiani sul fronte russo, di inviare militari italiani sul nuovo “fronte russo”. È così che potrebbe finire, la situazione è sempre più grave e allarmante. Entrare in guerra non è più una ipotesi, ma una seria possibilità. Manca solo l’annuncio da piazza Venezia, e gli italiani festanti che gridano “guerra, guerra”. E poi, a danno irreversibile avvenuto, tutti a negare di essere stati in quella piazza.