La pazienza è finita, ora faccio i nomi (di Sandro Daniele)

Indro Montanelli, “Corriere delle Sera”, 24 agosto 1998

“Nella giustizia c’è un dieci per cento di autentici eroi pronti a sacrificarle carriere e vita; ma sono senza voce in un coro di gaglioffi che c’è da ringraziare Dio quando sono mossi soltanto da smania di protagonismo”.

Forse la percentuale stimata da Indro Montanelli è un po’ esagerata ma se escludiamo la malafede e l’indole criminale e giudichiamo sulla professionalità, la preparazione e, soprattutto, sull’equilibrio psichico, la percentuale dei magistrati affidabili scende anche al di sotto del dieci per cento.

Io credo che non basti vincere un concorso, molto spesso per grazia ricevuta,  per essere abilitati a decidere, in base al proprio  libero convincimento, sulla vita delle persone stravolgendo la loro esistenza nonché quella dei familiari dei poveri malcapitati.

Per la mia, ahimè, oramai lunga esperienza personale vuoi per le innumerevoli cause e processi subiti, ma anche da me promossi, posso testimoniare ed anche documentare che accade spesso che le decisioni vengono prese per puro spirito corporativistico, per favorire interessi, ed anche come merce di  scambio  chiedendo  magari di insabbiare indagini che coinvolgono  amici e parenti.

Ritengo che il potere Giudiziario sia uno dei poteri più importanti che la nostra costituzione conferisce alla categoria dei Magistrati ed i nostri padri costituenti hanno giustamente stabilito che gli stessi dovessero agire nella totale indipendenza ed autonomia non certo prevedendo possibili ingerenze di vigliacchi massoni che, se presi singolarmente ed avulsi dai posti di potere, immeritatamente ricoperti, sono delle autentiche nullità umane, professionali ed anche fisiche, ma che si rendono forti entrando a far parte di gruppi più o meno numerosi le così dette logge.

Come i bulli sono forti in gruppo ma singolarmente insignificanti. Penso che l’attacco sistematico studiato a tavolino da un vero e proprio sodalizio criminale contro la mia persona sia stato determinato sia dalla appetibilità della struttura che ho creato onestamente con i miei sacrifici e con l’aiuto della mia famiglia ma anche perché credo di essere inviso, senza un valido motivo, a qualche pallone gonfiato di massone.

scorpion-healt-club Lo scopo della mia persecuzione era chiaro già dagli anni 2000 quando gli insani appetiti dei soliti noti avevano puntato all’acquisizione dell’ immobile  Scorpion  individuando in  me la colonna portante da abbattere per riuscire nel loro intento criminale.

Da allora non ho avuto più pace e ciclicamente mi sono stati sguinzagliati vari sostituti procuratori  per annientarmi fisicamente e psichicamente onde poter accaparrarsi l’osso.

Per fortuna il mio bagaglio genetico, che non è un mio merito ma una  dote naturale, mi ha consentito e mi consentirà per sempre di resistere a tutti gli abusi subiti fino a veder trionfare la Giustizia.

Purtroppo non così fortunata è stata la mia secondogenita perché caratterialmente molto sensibile ed emotiva tant’è che nell’anno 2006 ho rischiato di perderla in quanto affetta da un disturbo psicosomatico, sfociato in anoressia, causato dalle mie vicende giudiziarie.

Proprio in quell’ anno sono stato ristretto, ingiustamente, nel carcere di Rossano per ben otto mesi e mia figlia faceva la spola tra avvocati, carcere, adempimenti burocratici dovendo tenere a bada gli sciacalli che volevano approfittare della mia forzata assenza dalla Scorpion per acquisirla fraudolentemente.

Pe quella triste vicenda sono stato assolto, come già detto in un mio articolo di qualche giorno fa, con formula piena e definitiva dopo ben cinque sentenze su cinque a me favorevoli.

Mia figlia adesso è al sicuro e vive oramai da tempo in uno stato democratico qual è la Francia e precisamente a Parigi dove, laureata alla Sorbonne, interviene come ricercatrice in conferenze nelle Università, attualmente alla Paris 7 Diderot.

Almeno per mia figlia questi signori non hanno il peso sulla coscienza, ammesso che ne abbiano una, in quanto totalmente ripresasi  perché  in tempo allontanata da questo pessimo contesto ambientale; ma se l’epilogo fosse stato un altro la mia vita avrebbe avuto un  corso ben diverso ed avrei potuto seguire l’istinto di emulare le gesta del “Conte di Montecristo” nel famoso romanzo di Alexandre Dumas.

imgtribE’ oramai conclamato che esiste nei miei confronti  una vera persecuzione giudiziaria che mi costringe a difendermi nelle aule di un tribunale a me ostile anche se devo ammettere che, talvolta, ho avuto la fortuna di essere stato giudicato da veri Magistrati preparati, imparziali ed autonomi che hanno riconosciuto le mie ragioni  e che non si sono fatti condizionare dalle pressioni della procura.

Uno di questi è il dottore Antonio Minghella vera e nobile figura di Magistrato che, ahimè, non fa più parte dell’organico del tribunale di Cosenza, trasferito in altra sede forse alla ricerca di un ambiente più consono alla sua professionalità ed al suo grande ed indiscusso valore morale.

Mi auguro che nel prosieguo, per i processi ancora in corso, possa essere giudicato serenamente, imparzialmente, senza preconcetti e soprattutto senza pressioni della procura perché, altrimenti, dovrò invocare la “legittima suspicione” sul tribunale Bruzio per poter essere giudicato in altra sede.

Esiste nel  codice  penale Italiano un articolo che prevede il reato di istigazione al suicidio cosa che, sic stantibus rebus, potrebbe portarmi a decidere di rendere ancora più eclatante la mia vicenda magari salendo su un traliccio in una piazza affollata della capitale lanciando volantini dove racconto le porcherie che sto subendo e richiamando l’attenzione del CSM e del Ministero di Grazia e Giustizia per ottenere una ispezione sul Tribunale e sulla procura di Cosenza.

Chi mi conosce bene sa che non sono un chiacchierone senza palle e che sono capace di farlo davvero!

scoBen altri riconoscimenti avrei dovuto avere dalle istituzioni per aver realizzato in un territorio difficile come quello Calabrese, senza arricchirmi ma impiegando i mezzi finanziari della mia famiglia (persi) ed ipotecando ben due miei appartamenti (persi) per l’ottenimento dei mutui necessari per la costruzione e la realizzazione del  mio sogno oltre al lavoro ed alle battaglie che durano da oltre un ventennio!

Da considerare, inoltre, che il centro sportivo da me realizzato dà lavoro a circa sessanta collaboratori ed è quindi da considerarsi una vera e propria eccellenza in un territorio caratterizzato da altissime percentuali di disoccupazione.

Il 21-01-1996 sono stato insignito del  premio di “Dirigente Sportivo del 2000”.

Nell’anno 1998 è stato pubblicato un libro, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e dal Ministero del Lavoro (Rubbettino Editore) scritto da Carlo De Rose e Sonia Floriani dove si parla delle imprese di successo in Calabria; nel libro mi è stato dedicato un intero capitolo mettendo in grande risalto la mia figura e  l’ opera meritoria ed avveniristica (per l’ epoca) da me realizzata.

Questi sono i riconoscimenti che sarebbe stato giusto ottenere anche dalle Istituzioni invece della persecuzione programmata e sistematica portata avanti avvalendosi di un potere immenso.

Sono stanco di subire ancora ingiustizie da questo sistema giudiziario corrotto e deviato anche perché vorrei vivere il tempo che rimane della mia vita serenamente con la mia famiglia, che, mio malgrado, ha dovuto subire, senza nessuna colpa, anni ed anni di vero e proprio inferno.

Alla prossima puntata quando farò qualche nome…

Sandro Daniele