(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Da brava madre di famiglia, Giorgia Meloni è la stessa che paga il conto dei connazionali scrocconi scappati dal ristorante albanese e accetta l’invito di don Patriciello, parroco di Caivano, luogo della violenza di gruppo sulle due bambine. Sembra accomunare i gesti, che riguardano situazioni incomparabili, il medesimo slancio, quel dire eccomi ci penso io, la particolare sensibilità femminile capace di suggerire reazioni che, forse, un presidente maschio non avrebbe avuto (“sono una donna, sono una madre, sono cristiana”).
Non estraneo al tutto un pizzico di opportunismo, il mettere cioè a frutto quella spontaneità molto popolare (populista?) che fa dire di lei a tante elettrici, anche non di destra, che Giorgia è “tanto caruccia”. Anche la premier è rimasta colpita dalle immagini del centro sportivo, teatro dello stupro, da tempo abbandonato al degrado e fa sapere che “insieme ai ministri Piantedosi e Abodi” intende ripristinarlo e renderlo funzionante affidato alle Fiamme Oro. Perfetto anche se sarebbe cosa buona e giusta se la premier trovasse il tempo d’informarsi con i suddetti ministri per quale diavolo di motivo al lodevole ripristino lorsignori non abbiano minimamente pensato prima che lo schifo di quella piscina sommersa dallo sfasciume marcito e habitat di vomitevoli ratti si trasformasse nel contesto ideale per un orrore chissà quante volte frequentato.
Poi, però, c’è la notizia (fonte Tgr della Campania) che porta la data dello scorso 1° agosto, questa: “A Caivano, in provincia di Napoli, in duemila percepiscono il reddito di cittadinanza. Di questi sono 400 le persone che hanno ricevuto l’sms dell’Inps che li avvertiva della sospensione a partire dal primo agosto. Caf e patronati presi d’assalto. Il comune avverte: ‘Non recatevi ai servizi sociali senza essere convocati’”.
Poche esemplari righe, estendibili a gran parte del Sud dove si allarga la protesta per l’abolizione della misura di sostegno, che disegnano il ponte che collega direttamente la miseria morale alla miseria sociale. Come si può, infatti, gentile premier, pensare di “bonificare il Parco dello stupro” se esso sorge esattamente al centro di una delle più grandi piazze della droga e dunque della economia criminale? A meno che non s’intenda sostituire, e definitivamente, il Reddito di Spaccio al Reddito di Cittadinanza. Con il che, come auspicato da molte menti illuminate, la percentuale di giovani fannulloni si potrebbe finalmente abbattere (e, questa volta, sul serio).