Noi di Iacchite’ non siamo certo “amici” di Mimmo Tallini. Più volte abbiamo avuto modo di scrivere quello che pensiamo di lui, al di là delle sue vicende giudiziarie che poi si sono concluse in una bolla di sapone, anche e soprattutto a causa dell’incapacità di Nicola Gratteri di condurre in maniera adeguata le inchieste a suo carico.
Ma in questi ultimi mesi Mimmo Tallini ha assestato e sta assestando una serie di fendenti pesantissimi a chi, nel suo stesso partito e nella sua stessa coalizione, ha giocato sporco contro di lui. Di una di queste persone fa il nome e il cognome ed è Roberto Occhiuto. Tallini lo ha smascherato per quello che è: un imbroglione dalla doppia faccia e dalla doppia morale. “… Chi non è d’accordo con me lo faccio fuori, così come ho fatto con Tallini…”: questo dice ancora Occhiuto dall’alto della sua “vavusità” per utilizzare un termine cosentino che lo dipinge perfettamente. Ma se preferite l’italiano, vanno benissimo anche arroganza e presunzione.
Tallini ricorda ad Occhiuto che anche la defunta e compianta Jole Santelli non aveva nessuna considerazione di lui, come a Cosenza sappiamo benissimo. E non solo, perché il politico catanzarese gli rinfaccia anche una “doppia morale” che ormai tutti hanno imparato a conoscere. “… Il Suo atteggiamento è tipico di coloro che hanno la doppia morale: garantista con gli “amici” e giustizialista con gli avversari e con coloro che non sono a sua disposizione. Un atteggiamento che mal si concilia con i valori di Forza Italia, che considera il garantismo un valore fondativo e assoluto del partito…”.
E non manca di rivelare come Robertino abbia decisamente umiliato la città di Catanzaro con la sua “politica”. Tutte questioni di grande importanza che hanno fatto passare in secondo piano le bordate che Tallini ha menato, nel finale del suo intervento, ai “nuovi amichetti” di Occhiuto. Non ne fa i nomi, ma a Catanzaro e anche a Cosenza tutti hanno capito chi sono.
“… Il Suo comportamento nei confronti della mia città e della mia persona – scrive Tallini – non si spiega solo con l’ostilità politica, ma con un preciso disegno di potere che ha visto Lei e altri protagonisti politici di quella fase, sempre pronti ad assecondare i Suoi desideri, anche e soprattutto quando ciò significava sacrificare interessi collettivi sull’altare di interessi privati. Sotto la Sua regia, si è preferito sostenere chi, attraverso i microfoni della sua emittente, ha definito Forza Italia “il partito della mafia”. E non basta: il “giovane rampollo”, a cui Lei e altri hanno spalancato le porte della Regione, non solo ha ottenuto incarichi ben remunerati, ma ha visto persino la sua consorte beneficiare di posizioni e incarichi ben remunerati. Una gestione clientelare, alimentata da un sistema che mortifica le competenze e premia i servilismi…”.
Dolce musica per le nostre orecchie. Tutti capiscono bene chi è il soggetto che ora crede di pontificare e di prendere per il culo i calabresi indossando la livrea da maggiordomo. Ma soprattutto tutti conoscono il “giovane rampollo” che ottiene incarichi ben remumerati per se e… per la moglie. Il “giovane rampollo” ha ottenuto un ottimo incarico con una multinazionale grazie a Occhiuto. E che dire della moglie del giovane rampollo (figlia di un noto avvocato catanzarese) la quale anche lei, beneficiata dal marito ma soprattutto da Occhiuto, ha ottenuto un incarico per grazia ricevuta del consigliere regionale Comito (baciamo le mani…). Il dubbio adesso diventa realtà: dunque, aveva ragione il consigliere Tallini quando già in passato sosteneva che si parlava in televisione di Forza Mafia, soltanto perché qualcuno doveva spianare la strada al giovane rampollo?
Noi non possiamo fare i nomi di queste persone perché Tallini ha deciso di non farli ma a Catanzaro, a Cosenza e in tutta la Calabria tutti – ma proprio tutti – hanno capito di chi si tratta. Crediamo proprio che ancora gli stiano fischiando le orecchie. Vergogna!