Che fine ha fatto il vescovo Parisi?
A breve saranno due mesi dall’insediamento del nuovo vescovo di Lamezia Terme mons. Serafino Parisi. Due mesi che hanno coinciso con il periodo estivo in cui quasi tutti, preti compresi, vanno in ferie. Forse può essere la ragione delle rare uscite del vescovo che si è visto davvero poco in giro tranne che in qualche grossa festività. Luglio e agosto, a parte le anzidette ferie, è un periodo dell’anno in cui si svolgono numerose ricorrenze di madonne e santi.
Il confronto con il suo predecessore Schillaci, almeno per quanto riguarda i primi tempi del suo arrivo (avvenuto pure questo a luglio) è incredibile. Padre Pippo fece un tour de force da guinness dei primati visitando in due mesi tante di quelle parrocchie e comunità che una volta occorrevano anni. Qualcuno poi ha pensato che i problemi di cuore sono dipesi anche da questi strapazzi.
Siamo passati dunque da un eccesso all’altro, dal pastore di formula 1 al pastore eremita. Il Vescovo Serafino infatti è descritto sempre rinchiuso in episcopio da solo senza contatti nemmeno con gli inservienti, evidentemente è un buon cuoco, oppure non gradisce la cucina paesana.
Ognuno ha il suo stile evidentemente ma qualcosa non quadra. In due mesi su settanta preti mons. Parisi ne ha ascoltati singolarmente una decina al massimo. Un po’ pochini rispetto alle valanghe di problemi che ci sono in tante parrocchie.
Dei laici neppure l’ombra di un colloquio, come se non esistono o non contano nulla. Eppure Papa Francesco ha detto più volte che i laici sono importanti per il loro impegno. Non possiamo credere che il vescovo Parisi, uomo colto quale lui è, non ha sentito mai questo pensiero, evidentemente deve essere in disaccordo con il Papa.
La domanda che in tanti si stanno ponendo a Lamezia è come potrà affrontare e risolvere i problemi della diocesi se il vescovo non ascolta e non si confronta con nessuno? Forse sa già tutto dopo aver letto la montagna di lettere inviate al Nunzio Apostolico sul cattivo funzionamento della curia?
Non è possibile perché si tratta di corrispondenze private che la Nunziatura rende segrete. Al massimo gli è stato riferito qualcosa ma per sapere tutto deve sentire tutte le campane con le proprie orecchie.
C’è bisogno di aria nuova nella comunità cattolica lametina e non uno spruzzo di profumo per coprire per un pò i cattivi odori come accaduto con il vescovo Schillaci. Il suo non-governo non ha precedenti e passerà clamorosamente alla storia.
L’emerito Rimedio a causa di una salute ormai non più salda come qualche mese fa è ritenuto dagli addetti ai lavori uscito finalmente di scena alla veneranda età di 95 anni. Non dovrebbe più influenzare nessuno evitando così di combinare altri guai, preparandosi invece all’incontro con Dio più urgente e opportuno.
L’altro emerito Cantafora, ormai non si regge più in piedi anche se è ancora lucido. Ha un solo desiderio di vedere completata la chiesa di San Benedetto, la sua creatura che però è stata avversata da tanti perché ritenuta uno spreco ossia la classica cattedrale nel deserto.
Non dovrebbe dunque essere difficile per mons. Parisi fare dimenticare questo passato, ma per farlo deve uscire fuori dalla tana e aprirsi alla gente e cercare di ascoltare i suoi preti. Altrimenti darà il via libera ad una nuova serie di lettere anonime e denuncie alla Nunziatura che al solito riferirà al Papa, il quale potrebbe sopprimere la diocesi di Lamezia.
L’OSSERVATORE LAMETINO