Lamezia, “Rinascita Scott”: ispettori ministero visitano locali Terina, disdetto contratto con call center Abramo

Lamezia Terme – La recente proposta del presidente della Fondazione Mediterranea Terina, Gennarino Masi di mettere a disposizione un’ampia parte della struttura lametina per consentire la celebrazione del maxi-processo “Scott Rinascita”, sembra abbia colto nel segno. Nella giornata di ieri, infatti, ispettori del ministero della Giustizia si sono recati nella zona industriale lametina per un primo incontro e verificare le condizioni. Di fatto un primo sopralluogo con un ingegnere del ministero che ha ispezionato i locali e l’area; gli inviati da Roma hanno avuto tutti i ragguagli sulla struttura e le garanzie: video sorveglianza già presente, ampi e comodi parcheggi, fibra ottica e anche la possibilità del servizio gastronomico e pernottamento con oltre 50 stanze per magistrati e avvocati. Richieste e ottenute anche le planimetrie. Insomma, “una struttura che a detta degli stessi ispettori – ha rivelato a il Lametino.it il presidente Masi – non ha eguali in tutta la regione. Noi non abbiamo chiesto nulla, solo i lavori che servono e che necessitano evidentemente per garantire la funzionalità del processo. Abbiamo avuto una buona interlocuzione, un incontro durato oltre 5 ore e l’interessamento è concreto. Lamezia è al centro della regione, nello specifico poi si trova a pochissimi chilometri da Pizzo e Vibo, dal centro città e con tutte le infrastrutture di comunicazione presenti sul posto”.

Sulla questione locali, Masi poi ha fatto riferimento alla vicenda del call center di Abramo, informando di aver inviato una lettera al rappresentante della Abramo Custmer Care e ai sindacati, dopo aver appreso della richiesta di proroga della stessa azienda fino al 31 luglio. Masi, nella missiva, invece conferma la disdetta della concessione dei locali al 30 giugno, peraltro come inizialmente richiesto dalla stessa Abramo Custmer Care.

“Solo da una nota stampa – ha scritto Masi – apprendo che in un incontro tra la società Abramo Customer Care e le organizzazioni sindacali in indirizzo sarebbe stata esaminata l’ipotesi di rinviare dal 30 Giugno al 31 luglio di quest’anno il rilascio alla Fondazione da me presieduta dell’immobile sito nell’area ex SIR, in cui la stessa Abramo Custome Care ha finora svolto la sua attività di call center. La notizia di cui sopra – ha stigmatizzato Masi – è infarcita da una serie di inesattezze nella descrizione del rapporto instaurato inizialmente tra la Fondazione e la società LSSI Italia (in seguito trasformatasi in Infocontact) e poi, dal Luglio 2015, proseguito con la subentrante Abramo Customer Care. Innanzitutto tra la Fondazione e la LSSI Italia-Infocontact (e, poi, la Abramo Customer Care) non è mai intercorso un contratto di locazione, bensì solo di sub comodato d’uso gratuito con l’ovvio obbligo del comodatario di rimborsare le quote di spese di manutenzione e servizi generali gravanti sulla porzione di immobile concesso in comodato. La Abramo Customer Care, inoltre, dopo il suo subentro ad Infocontact ha chiesto ed ottenuto a partire dal 1à gennaio 2016 una rimodulazione del rimborso delle spese di manutenzione e servizi generali per oltre 46.000,00 euro annue (da 196.101,00 ad euro 150.000,00).

La Abramo Customer Care, infine, non può far ricondurre la fase di difficoltà economica, che a suo stesso dire attraversa, all’impegno economico per il rimborso delle anzidette spese di manutenzione e servizi generali, in quanto il loro pagamento non è stato di sicuro il suo primo pensiero. La stessa Abramo Customer Care, peraltro, più di sei mesi fa ha inviato alla Fondazione lettera di recesso del contratto a decorrere dal 30 giugno 2020, impegnandosi a lasciare libero l’immobile da persone e cose entro e non oltre quella data. L’impegno al suo rilascio è stato ribadito dai suoi rappresentanti che si sono recati nella sede della Fondazione per un colloquio con me, teso soltanto a chiedere un’ulteriore rimodulazione degli arretrati di rimborso delle spese di manutenzione e servizi generali. La notizia di uno slittamento del rilascio dell’immobile, se fosse vera, non sarebbe quindi assolutamente praticabile, in quanto la Fondazione non ha ormai più interesse alla prosecuzione del rapporto con la Abramo Customer Care in quell’immobile, sebbene è disponibile a valutare lo spostamento in altri e più piccoli immobili per come hanno sempre chiesto e suggerito le organizzazioni sindacali, trovando finora sempre un netto rifiuto da parte dell’Abramo Customer Care, che ha sempre accampato la necessità di bilancio di un risparmio economico, trasferendo l’attività di call center in altra località e in immobili di proprietà sua o del gruppo”.

“Come è ormai noto – ha aggiunto Masi – attraverso la stampa, in questi giorni la Fondazione ha offerto gli stessi locali al ministero di Giustizia per allocarvi l’aula bunker necessaria al processo denominato Scott Rinascita. La Fondazione si augura, quindi, che questa notizia di un ipotizzato, ma non autorizzato e non più possibile, rinvio del rilascio dell’immobile al 31 luglio, non sia fondata, e ciò anche per evitare che, per la tempistica con cui è stata veicolata alla stampa, possa suonare, ai tanti maliziosi che si sono già espressi sull’argomento, come un tentativo di boicottaggio alle trattative in corso con il ministero della Giustizia, che ha effettuato un approfondito sopralluogo sull’immobile. In ogni caso, vi chiedo di smentirla sollecitamente e di assicurare che il call center (ormai già in stato avanzato di smobilizzo, tanto da essere persino privo di fotocopiatori) sarà comunque trasferito in altri locali (eventualmente anche in alcuni più piccoli che la Fondazione è ben lieta di offrire persino temporaneamente), dando così prova che non vi è da parte vostra alcuna intenzione di far saltare le trattative in corso con il ministero di Giustizia. Chiedo, infine, all’Abramo Customer Care di garantire che rilascerà l’immobile nel termine del 30 giugno che ha essa stessa indicato e che va ora rigorosamente rispettato per non provocare alla Fondazione gravi danni da risarcire”. Fonte: Il Lametino