Le cantate di Ernesto Foggetti/8. Sangue e strozzo

Siamo sempre sulle cantate di Ernesto Foggetti. In attesa di capire chi sono, e se ci sono nuovi pentiti. Oggi Ernesto si canta, strozzo e omicidi.

Un altro argomento su cui intendo riferire è quanto appreso in carcere da tale R. C. un ragazzo di una nota località turistica in provincia di Vibo Valentia, in carcere per omicidio. Con R. C. ho sofferto un periodo comune di detenzione nel 2014 nel carcere di Cosenza. In quell’occasione, eravamo entrambi allocati al primo piano del carcere di Cosenza e il R. C. mi chiese di poter avvicinare, tramite i familiari, P. T., poiché lo stesso aveva confessato l’omicidio in argomento e pertanto mi chiedeva, laddove fossi uscito, di poter avvicinare i familiari affinchè intercedessero verso il P. T. per non riferire tale evento. Io gli dissi che ciò a me era impossibile e quindi il R. C. , rassegnandosi in tal senso, mi disse che allora l’unica soluzione, per poter mitigare le sue responsabilità, era solamente quella di affermare che l’omicidio in argomento era stato fatto con due pistole, in modo da smentire la testimone dell’omicidio stesso, una bulgara, che invece aveva dichiarato che l’omicidio era stato fatto con una sola pistola, che era stata impugnata, indossando su quella mano un guanto, che invece non aveva nella mano libera.

Io lo diffidai a non parlare ulteriormente su questa cosa poiché avrebbe potuto ulteriormente aggravare la sua posizione e lo stesso, ricordo, a seguito di questo, per alcuni giorni, ha avuto le crisi.

Un altro episodio sempre verificatosi tra il 2008 e il 2009 è relativo ad un prestito di 20.000 euro che F. P. fece ad un mio caro amico. A. C. contiguo con il gruppo di Michele Bruni. Tale prestito presupponeva la restituzione mensile di 2.000 euro mensili. Tanto che alla fine il F. P., su un capitale di 20.000 euro ha preteso da A. C. la somma complessiva di 60.000 euro. Tale circostanza l’ho appresa direttamente da A. C., al quale, in alcuni mesi ho prestato a mia volta il denaro necessitante per pagare la rata mensile.

Voglio riferire anche in ordine all’omicido di G. R., avvenuto in via ++++++++ Cosenza. Tale omicidio è stato commesso da M. D. E. soggetto vicino a R. P. e quindi alla cosca Lanzino. Ho appreso di tale circostanza poiché un giorno, dopo un po’ di tempo dall’evento, M.D.E. ha incontrato in mia presenza G. P. Finito l’incontro ho commentato sulla personalità di M.D.E., ritenendolo soggetto di poco conto, ma il G. P. invece mi disse che quest’ultimo era un personaggio di una certa caratura poiché aveva ammazzato G. R. in quanto lo stesso nel 2006 lo aveva sparato, attingendolo e ferendolo gravemente presso la discoteca++++++++.

A riguardo aggiungo che anche io in quel periodo, nel 2006, ebbi una discussione con G. R. (la vittima) presso il locale  +++++++, in esito alla quale lo stesso mi disse che dovevo stare tranquillo per non fare la stessa fine che ha fatto il M.D.E. Riguardo all’omicidio di M., avvenuto a Cosenza, ho appreso da G. M. che lo stesso è stato commesso da M. R. e successivamente al fine di scagionare quest’ultimo se lo sono accusato M. E. e F. C.

Su tale evento ho avuto anche delle conferme da G. P. il quale, durante l’ultima comune detenzione nel 2014 mi disse che per colpa di M. R., esecutore di tale omicidio rischiava di essere anch’egli coinvolto poiché in tal senso il Maresciallo XXXX stava effettuando degli accertamenti. Voglio riferire in ordine anche a quelle che sono le mie conoscenze riguardo al tentato omicidio, tenuto circa una decina di anni fa, nei pressi della villa nuova di Cosenza, ai danni di G. D.R. Il mandante di tale evento  è stato Michele Bruni, ne sono diretto testimone per aver visto tutte le fasi organizzative che adesso vi dirò. Il fucile a canne mozze ultizzato per il ferimento del G. D. R. è stato fornito da M. G. in mia presenza a Cosenza Vecchia, in piazza san Giovanni, nei pressi della madre di Michel Bruni consegnava il fucile a F. F. che, unitamente ad un ragazzo di un paese sulla costa tirrenica di Cosenza, se non erro mandato da P. B., commetteva il tentato omicidio. Michele Bruni si era determinato a far commettere ciò poiché riteneva G. D. R. era responsabile dell’omicidio del fratello Francesco.