Marco Massaro oggi si canta il gruppo di contrada Andreotta di Castrolibero.
“… Per quanto riguarda il clan Rango/Zingari a cui io ero vicino, anche se ad esso non sono legato da alcun vincolo di affiliazione, ribadisco, per averlo già detto nelle precedenti dichiarazioni a voi rese, che ho fatto parte del gruppo cosiddetto di “Andreotta” al cui vertice si pone M. E. detto B. Questo gruppo, composto esclusivamente da giovani leve della criminalità, originariamente agiva alle dipendenze del defunto Michele Bruni e dunque del clan da questi capeggiato. Quando il Bruni è deceduto, sotto la spinta di M. E., siamo transitati nelle file del clan Rango/Zingari e dunque rispondevamo agli ordini di Rango, il quale ci ha incaricati di compiere degli atti delittuosi di cui ho parlato nel corso delle mie precedenti dichiarazioni del 19.09.2015. Di tale “gruppo di Andreotta” fanno parte: M.E. che è affiliato al clan Rango/Zingari – V. S. De G. – A. E. – M. G. – D. N. – A. Z. – F. De G. – I. B. – G. M. detto “B….”.
Quando eravamo chiamati a compiere qualche atto intimidatorio con armi, queste ci venivano fornite da Rango, il quale le consegnava a M. E., che poi provvedeva a restituirgliele. Sono a conoscenza del fatto che la pistola calibro 9 cromata rinvenuta dai carabinieri, circa un anno fa, in località Andreotta di Castrolibero, nei pressi dell’abitazione di M. G., era nella disponibilità di quest’ultimo e di D. N.
Con tale arma ci siamo più volte esercitati al tiro presso la pista di motocross che si trova alle spalle della concessionaria di motocicli Gualtieri. Con la stessa pistola M. G. ha esploso alcuni colpi intimidatori nei confronti di un ragazzo che doveva soldi a Rango, nella circostanza la vittima è stata attinta di striscio da un proiettile. Specifico che si è trattato di una vera e propria spedizione punitiva a cui ho direttamente preso parte. Nella circostanza, io, M. G. e D. N. ci siamo recati a San Fili, dove la vittima risiede, l’abbiamo prelevata per strada e condotta ad Andreotta alla pista di motocross. M. G., per indurlo a versare in favore di Rango una certa somma di denaro di cui era debitore, ha esploso contro di lui tutti i proiettili contenuti nel caricatore della predetta calibro 9.
Sebbene a disposizione del clan Rango/Zingari e direttamente al suo capo Rango, noi giovani del gruppo di Andreotta non avevamo frequenti contatti con altri appartenenti alla predetta cosca. Potevamo ritenerci una entità criminale autonoma e dunque dotata di una propria organizzazione interna al cui vertice, come detto, si pone M. E. In forza di ciò gli appartenenti a questo “sottogruppo” non avevano e non hanno frequenti rapporti con altri componenti del clan maggiore al di fuori del capo stesso. Come ho già evidenziato nelle precedenti dichiarazioni, il gruppo di Andreotta è specializzato nella perpetrazione di rapine, di furti, e, alla bisogna, di atti intimidatori, e anche di spaccio di sostanze stupefacenti, esclusivamente fornite da Rango in persona che le consegnava a M. E.
Personalmente conosco alcuni degli appartenenti al clan rango/Zingari che sono: Daniele Lamanna, E. S. – G. P. – F. C. – D. M., un giovane il cui soprannome è “t…. t….” che è cugino di Rango.
Noi giovani di Andreotta eravamo tenuti a serbare nei loro confronti un certo rispetto. Gli unici ad essere stati battezzati del gruppo di Andreotta sono M. E. – V.S. De G. – che mi risulta essere stato battezzato da Franco Bruzzese.