“Le vacche sacre sono una merda, così come i loro proprietari” (di Carlo Tansi)

Nei giorni scorsi ci siamo occupati del fenomeno delle “vacche sacre” della ‘ndrangheta nell’Aspromonte. Ce ne sono tante, che vagano indisturbate su tutto il territorio. Nessuno (o quasi) le tocca perché rappresentano il potere della criminalità organizzata e chi denuncia, come Fortunato La Rosa, un bravo oculista di Canolo, viene ammazzato. 

Qualche giorno fa la forza pubblica ha sequestrato otto di questi bovini vaganti ma si tratta di una goccia dentro un oceano.

Oggi ospitiamo con piacere un intervento specifico sull’argomento di Carlo Tansi, dirigente regionale della Protezione Civile. 

Mi sono chiesto il perché nell’era della fibra ottica e dell’intelligenza artificiale in Calabria continuino ad esistere le vacche sacre.

Credo che la stragrande maggioranza dei Calabresi sia rappresentata da persone perbene. Purtroppo la malavita organizzata calabrese è la prima organizzazione criminale al mondo e con il commercio internazionale della cocaina muove capitali immensi e inimmaginabili in tutto il pianeta, superiori a quelli molte multinazionali messe insieme.

Questo potere economico della ndrangheta può mantenere questo sistema malavitoso impunito, preservando questo equilibrio di comodo che ha condannato la Calabria al sottosviluppo.

Lo sviluppo della Calabria farebbe crollare le fondamenta della prima organizzazione criminale al mondo, che ha trovato nel sottosviluppo del territorio in cui è nata l’ambiente ideale – il porto franco – per continuare a fare affari in tutto il mondo.

Ecco perchè esistono – nel 2016 – le vacche sacre, a testimonianza che il potere criminale calabrese è ancora imperante e può andare dappertutto, così come dappertutto possono continuare a scorazzare le vacche sacre, oltrepassando le proprietà private.

Per cambiare c’è bisogno di un cambio culturale dei Calabresi perbene che devono avere il coraggio di urlare che le vacche sacre sono una merda, così come i loro proprietari. 

Carlo Tansi