Lettere a Iacchite’: “A proposito di cani e di canili”

A proposito di cani… e di canili.

Ottimo il lavoro dell’ASP di Cosenza, diretto dalla dr.ssa Bonofiglio, che ha provveduto a prelevare dal territorio numerosi cani randagi.
Ci si chiede però: che fine fanno questi cani?

Palazzo dei Bruzi scrive che i cani sono nel canile di Donnici e poi, dopo le operazioni di rito, liberati se non considerati aggressivi. Il problema è che tutti sanno che quei cani non saranno affatto liberati perché saranno portati in un posto ben preciso.

Nel comprensorio di Cosenza c’è un solo canile rifugio: quello di Mendicino, gestito da un privato. Se si guarda alle cifre che i comuni pagano per il ricovero giornaliero di tali cani, si assiste a numeri impressionanti. Il corrispettivo del ricovero di migliaia di cani.

Me in tale canile migliaia di cani non ci entrano.
Ed allora?
O i comuni pagano per cani inesistenti o il canile non dichiara il decesso di quelli che riceve.
Delle due l’una.
Però, andare a controllare nel canile di Mendicino non è possibile. Il proprietario non fa accedere nessuno. Nemmeno le associazioni di volontari. Ciononostante la legge regionale dica qualcosa di diverso. E cioè che l’accesso deve essere garantito e regolamentato.
Possibile che nessuna associazione, nemmeno l’Associazione Adottami in Calabria (AIC) dica nulla?
E l’ASP?
Non vorremmo che quanto accaduto a Roma per il suo canile possa avvenire anche a Cosenza.

Lettera firmata