Lettere a Iacchite’: “Bisignano e il reddito di cittadinanza”

Anche a Bisignano si aspetta il reddito di cittadinanza come ‘u panarieullu d’u cielu.

Per i saggi bisignanesi “a fatiga è ‘na fata e amaru a chini li fete” per sottolineare il valore di spicco che il lavoro assume nella vita di ogni individuo. I canuti osservatori dopo aver analizzato i dati delle ultime elezioni politiche hanno dovuto prendere atto che a Bisignano i populisti sono stati anche i responsabili dell’azzeramento dei vecchi partiti in cambio del cosiddetto reddito minimo di cittadinanza previsto per i “vacabbunni”.

Si ‘a fatìga era bona l’ordinava lu miedicu e per qualche giovinastro del paese ‘u panarieullu d’u cielu è quasi servito su un piatto d’argento. Intanto che gli eletti riescano a trovare un accordo di governo per approvare il disegno di legge al bar del paese si continua a bere indisturbati il bicchiere di vinello e a guardare il manto divelto del Viale Roma.

I pensionati che hanno lavorato per tutta la vita facendo anche grossi sacrifici e con le mani ancora pieni di calli osservano malcontenti i loro figli distesi al sole di marzo e in attesa di un’occupazione che probabilmente non arriverà mai soprattutto perché non la si ricerca più. È miegliu ‘nu tristu assettàri ca ‘n’amàru fatigari e per molti giovani l’antico detto popolare è preso alla lettera e per questo in qualche momento della giornata si corregge la posizione che si assume sulla sedia scomodissima davanti al bar per riprendere a sonnecchiare subito dopo avere sorseggiato l’ennesimo bicchiere e in attesa del pranzo della mamma.

Scupa e zappa ‘un ci sù ppe mazza ma è come parlare a dei sordi che precipitati in un acquario senza pesci aspettano l’acquariofilo che gli butti il nutrimento quotidiano. I pochi giovani bisignanesi che sono scampati al fenomeno dell’emigrazione vivono in un’attesa quasi obbligata e hanno chiuso fuori dalla loro esistenza il chiasso del mondo, uscendo di rado e parlando ancor meno. Per quelli più intraprendenti l’approdo magico è stato il municipio mentre altri hanno intrapreso l’attività in proprio. I più sfortunati sono davanti al bar a osservare il vuoto e per tanti di questi l’alternativa alla povertà è il lavoro in nero e al servizio d’imprenditori senza scrupoli.

Alla vecchiaia ugni fatiga è pisu e purtroppo molti anziani bisignanesi ancora si alzano presto al mattino per sostentare la propria famiglia lavorando tutto il giorno anche per i figli disoccupati. Oggi si confida nel reddito minimo di cittadinanza per conquistare quella dignità che al momento non esiste.

Si dice che ‘u troppu fatigari ti cunsuma ma ai padri di queste anime sventurate non gli resta che aspettare col pensiero rivolto a tutti gli anni trascorsi anche all’estero a lavorare per sostenere “quella meglio gioventù” che oggi non riesce a neppure a vivere.

Alberto De Luca