Lettere a Iacchite’: “Calabria 2020, tre buoni motivi per andare a votare”

In queste ore molti calabresi stanno decidendo se andare o meno a votare. In tal senso, vi proponiamo una riflessione importante. 

Cara Benedetta,

Ho letto qualche giorno fa, casualmente, la tua lettera (http://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-calabria-2020-vi-spiego-perche-non-andro-a-votare/). L’ho trovata bella, tenera, accorata, arrabbiata e appassionata: rabbia e amore per la nostra regione splendida di suo e disperata per come è stata ridotta da una classe politica generalmente impresentabile, specializzata in intrallazzi, senza decoro e senza dignità.
Non avevo dubbi, scorrendo le righe, che alla fine avrei trovato una firma femminile, per la raffinata sensibilità che balza da quelle righe, per la forza e la maturità che trasudano da ogni parola.

Condivido e sottoscrivo ogni tua considerazione ma non sono e non posso essere d’accordo sulla tua decisione di rinunciare al diritto/dovere di andare a votare.
Per tre buoni motivi:
Per coerenza: ho lavorato 42 anni nella scuola: come docente di storia ho sempre cercato di stimolare nei miei alunni lo sviluppo di una coscienza critica e la capacità di leggere e interpretare il presente, avendo contezza del passato. Successivamente, come Dirigente Scolastica ho promosso un’offerta didattica che mirasse alla formazione di uomini e donne consapevoli, responsabili, capaci di scegliere ma sempre, sempre, ho indicato la partecipazione come bene primario della democrazia, come requisito di cittadinanza.
Per rispetto verso due generazioni: quella del passato che riposa tra “i mille papaveri rossi” che ha perso la gioventù ,il futuro, la vita per darci la possibilità di scegliere e quella del presente. Quella generazione di giovani calabresi che ha raccolto i suoi sogni e le sue competenze e con il cuore stretto e la testa alta è andata a cercarsi una opportunità lontano dalla propria terra.

Vedi Benedetta, sono anche io una mamma “che guarda ogni mattina il meteo di un’altra città” e che si aggira in una casa silenziosa, troppo grande e troppo vuota, piena di rabbia per una regione che, evidentemente, non ha bisogno dei talenti, delle intelligenze, della passione, delle energie e del coraggio dei propri figli.

Il terzo motivo afferisce alla peculiarità di questo confronto elettorale: non ho ovviamente la pretesa di conoscere tutti i candidati ma è evidente che, per la prima volta, clientela, trasformismo e intrallazzo sono tutti schierati dalla stessa parte. Sono pertanto convinta che il voto di opinione saprà raccogliersi dalla parte opposta ed io voglio esserci. Non oso sperare che questo sia prevalente, anzi i sondaggisti dicono di no, ma bisogna contarsi.
Andrò a votare il 26 gennaio, Benedetta. Per te e per i miei figli che hanno residenza nei Paesi che li hanno accolti, per tutti i giovani che non potranno farlo, per tutti i calabresi coraggiosi, onesti e fieri che sognano ancora per la Calabria un futuro degno della sua storia, della sua cultura e della sua grande bellezza.
Auguri per tutto, Benedetta!

Enrica Pascuzzi