Lettere a Iacchite’: “Cosenza, l’edilizia sociale e le tangenti “legali” dei palazzinari”

Ci sono cose che andrebbero denunciate nella nostra terra, ma che per pudore, per paura e non sappiamo per quale altra motivazione vengono invece taciute.

Un fenomeno dilagante è quello delle tangenti che molti costruttori chiedono, nonostante gli immobili siano coperti dalle agevolazioni regionali. Facendo un calcolo approssimativo, la Regione stanzia per una residenza popolare (la cosiddetta edilizia sociale) il 40% per il costruttore mentre il restante 60% è a carico di chi acquista. Di conseguenza, ci troviamo di fronte ad una situazione di questo genere: se un immobile costa 100, chi acquista deve corrispondere una cifra di 60 mentre il restante 40 lo dà la Regione al costruttore.

Se si scende ancora di più nello specifico, la strategia adottata da molti palazzinari, veri e propri usurai, è quella di giocare con carte truccate, vale a dire: ti fanno capire di volerti venire incontro in tutto e per tutto, ma appena si rendono conto che le persone interessate hanno ricevuto il finanziamento della banca per l’acquisto dell’immobile, allora a quel punto scatta la trappola e come avvoltoi chiedono il “fuori busta”, a detta loro, e cioè un “regalino” che varia dai 15.000 ai 20.000 euro, a seconda della tipologia dell’immobile.

Ancora più vergognoso è sapere che chi riceve questo tipo velato di intimidazione non è tutelato dallo stato, anche se denuncia il malfatto, anzi viene addirittura perseguitato dalla legge perché il costruttore-aguzzino per estorcere meglio la cifra chiesta prima – a titolo di “regalino” – presenta documentazione falsa e fa passare questi soldi ricevuti impropriamente come “lavori extra eseguiti”, avendo dalla sua operai che pur di continuare a lavorare per l’impresa di costruzione in questione, sono pronti a dichiarare il falso.

Ci troviamo di fronte ad un fenomeno che rasenta la mafiosità e ad un giro di denaro sporco ad altissimi livelli, soldi a nero che se facciamo due conti ci portano a cifre esorbitanti, se pensiamo che un complesso residenziale popolare di 60-70 alloggi crea un introito a nero superiore al milione di euro, e che il costruttore-usuraio intasca tutto “esentasse”, quindi nella qualità di evasore “accreditato”. Ma ancora peggio se l’acquirente si ribella al “regalino” dopo aver acquistato l’immobile, il costruttore fa telefonate minacciose includendo anche terze persone, certamente poco raccomandabili, per il recupero del “credito” (che in realtà è una tangente vera e propria), sempre non dovuto ma preteso.

Svegliamoci e ribelliamoci al potere della mafie e dei sicari, che non sono quelli che uccidono, ma persone all’apparenza per bene che si comportano in malafede e senza scrupoli per estorcere denaro alla povera gente. Ma la beffa peggiore è domandarsi: conviene rivolgersi ad un legale che chiede per una causa cifre esorbitanti? O cedere direttamente al ricatto?

Lettera firmata