Lettere a Iacchite’: “Calabria, votare questi politici è come consegnare la nostra anima al diavolo”

Mi presento, sono Claudio Fabbricatore, e abito a Guardia Piemontese (CS). Mi auguro, per voi, che siate una mosca bianca che si eleva rispetto a tante mosche insignificanti, che parlano, che amministrano la res pubblica, soltanto per scopi personali. Non voglio fare retorica, oggi occorrono certezze. Il popolo non ha più fiducia nel prossimo. Per dire la mia ci siamo avviati in un processo di solo andata. Verso dove? Solo Dio sa.

Due giorni fa è andato a nuova vita mio papà. Non ha trovato degna sepoltura in un loculo di “costruzione comunale”, perché manca l’autorizzazione dell’ufficio del medico legale che certifichi che il loculo è idoneo alla tumulazione di una salma. Resto esterrefatto, una costruzione comunale dovrebbe avere di per sé questa certificazione. Nel frattempo il corpo di mio papà stagna in una cappella. Ecco l’Italia. Fatta l’Italia, occorrerebbe fare gli italiani, massa di pecoroni. Quando si vota, dovremmo fare un esame della nostra coscienza e dire a noi stessi quale strada vogliamo percorrere. Votare i nostri attuali rappresentanti è come consegnare la nostra anima direttamente al diavolo.

Tutti, ma dico tutti, tranne i soliti stolti che si lasciano corrompere dall’illusione di un quid, tranne i voti che la massomafia riesce a detenere in pugno, tutti gli altri dovrebbero rifiutarsi di votare. Il non voto è voto, voto verso il non accettare, voto a ribellarsi al morbo del dio denaro e del dio potenza di chi può rispetto a chi non può. Ma chi non può dovrebbe rimanere tale anche se potesse farlo. Perché? Semplice, porterebbe avanti i veri valori della vita e di Dio. Cordiali saluti