Calabria 2021. Zingaretti e i 5Stelle ostaggi di Oliverio. Sarà la paranza a scegliere il candidato

Una cosa è certa: la candidatura di De Magistris ha agitato le acque nella già tormentata Odissea del Pd calabrese. E non solo. La “questione” Tansi sembra essere risolta, e questo evidenzia la volontà del geologo prestato alla politica di intraprendere la giusta strada per prima giungere a quella maturità politica indispensabile per chi aspira a tagliare importanti traguardi elettori. Ora Tansi non ha più dubbi sulle priorità: il bene dei calabresi e della Calabria al di sopra di tutto. Un’espressione che se realmente trasportata nella realtà – e i presupposti con l’alleanza Tansi-De Magistris affinché ciò accada ci sono tutti -, potrebbe cambiare per davvero, e per la prima volta concretamente, la qualità della nostra vita. E scusate se è poco.

Per la prima volta il denaro destinato alla Calabria potrebbe arrivare realmente nelle tasche dei calabresi. Il che significherebbe la fine per i potentati politici e tutti gli strozzini che da sempre lucrano indisturbati sul denaro pubblico. La fine di tutti i prenditori che da anni saccheggiano, anche loro indisturbati, la sanità pubblica. La fine, insomma, del “sistema Calabria”. E questo è garantito dalla trasparenza non solo del candidato De Magistris, ma anche dalla trasparenza dei suoi alleati come Tansi e tutti gli altri. E anche qui, scusate se è poco.

A restare con il cerino in mano il solito Pd ostaggio, in Calabria, della oramai famosa paranza di Palla Palla, Capu i Liuni e Madame Fifì. Il trio che più di tutti osteggia la candidatura di De Magistris. E tutti sappiamo il perché (da pm De Magistris si è già scontrato con la paranza, lasciandoci le penne, e conosce bene il loro spessore criminale). È da decenni che la triade si adopera per tenere ben saldo il timone del partito in Calabria. Il Pd è cosa loro. E guai a chi lo tocca. Rimproverano a Zingaretti di non aver offerto loro solidarietà per le ingiuste persecuzioni giudiziarie, a loro dire, che hanno subito. Accusano Zingaretti di essere amico di Gratteri, come se Gratteri fosse un criminale ricercato da evitare. E dopo l’assoluzione nel processo “Lande Desolate” pretendono un risarcimento: vogliono indicare loro il candidato alla presidenza della regione Calabria del Pd. Hanno in testa nomi del tipo: Irto, Viscomi, e all’occorrenza lo stesso Palla Palla. Chiudendo così ogni possibile tentazione ai tanti compagni del Pd che vedono di buon occhio una alleanza con De Magistris.

Dopo lo scampato pericolo di elezioni anticipate, seppur in maniera precaria, il governo Conte va avanti. E questo di fatto rafforza l’alleanza governativa con i 5Stelle, attaccati oramai, allo stesso modo dei partiti tradizionali, alle poltrone. Una alleanza che dovrebbe estendersi anche nelle prossime elezioni regionali in Calabria. Non basta l’endorsement del sottosegretario Orrico ripreso a denti stretti da Morra, per garantire un eventuale appoggio a De Magistris, i 5Stelle saranno costretti a seguire il Pd in quella che si preannuncia come l’ennesima sconfitta elettorale. Ed entrambi i partiti sono consapevoli di ciò. Giocare “a perdere”, ultimamente, è la loro specialità, specie in Calabria, e in particolare i 5Stelle. Del resto le alleanze e il nome del candidato, per quel che riguarda la “compagine di governo”, per la Calabria, a differenza di tutte le altre regioni italiane, vengono stabile a Roma. I deputati e senatori del Pd e dei 5Stelle calabresi in questa “faccenda” non hanno voce in capitolo. Gli unici che possono dettare Legge sono quelli della paranza.

A decidere per il Pd sarà il duo Zingaretti/Orlando e per i 5 Stelle il solito Di Maio che accetterebbe, pur di restare ministro, un’alleanza anche con il diavolo. Il problema principale di Zingaretti, che non si è mai dimostrato ostile nei confronti di De Magistris, è quello di evitare una scissione del Pd in Calabria. Che è la minaccia paventata dalla paranza di Palla Palla qualora non venissero accolte le loro richieste: ognuno per la propria strada. Un’occasione d’oro per la parte sana del Pd per “eliminare” definitivamente, non accogliendo le loro richieste, dalla scena politica la paranza. Ma serve coraggio per “tagliare la corda” e il duo Zingaretti/Orlando non brilla certo per audacia.

Alla fine dovrebbe prevalere la linea della paranza con un candidato di partito messo lì solo per evitare una molto probabile vittoria di De Magistris, e i 5 Stelle saranno costretti a seguire in questo squallido percorso gli alleati di governo. Dovranno sostenere la casta e la paranza di Palla Palla, Capu i Liuni e Madame Fifì, il cui unico scopo è quello di vendicarsi, facendola pagare cara in primis ai conigli del Pd che devono capire una volta per tutte chi comanda in Calabria, e dopo a De Magistris per chiudere definitivamente un conto rimasto in sospeso. Consegnando così la guida della Regione Calabria alla destra populista dei Salvini e dei Meloni, con i quali, però, si può tranquillamente continuare a fare affari sottobanco, così come è sempre stato. È questo il massimo del ragionamento politico che questi squallidi personaggi riescono ad esprimere. Della Calabria non gliene frega niente, ancora una volta vengono prima i loro interessi che guarda il caso non coincidono mai con quelli dei calabresi. La sfida sarebbe quella di abbandonare al loro destino questa gentaglia e convergere con la coalizione di De Magistris e noi ci auguriamo che qualcuno ancora sano e onesto in queste accozzaglie di “partiti” esista ancora.