Lettere a Iacchite’: “Corrotti e corruttori: la società senza via d’uscita?”

Corrotti e corruttori: la società in una spirale senza apparenti vie di uscita

Non trascorre settimana senza che non si abbia notizia di corruzioni in ambiti privati e pubblici. Per appalti, connivenze consapevoli e commesse. La corruzione è generale perché ognuno viene coinvolto.

Non trascorre settimana senza che non si abbia notizia di corruzioni in ambiti privati e pubblici. Per appalti truccati, per incarichi professionali a familiari o affini, addirittura in ambiti sanitari, in piccoli e grandi comuni, in un crescendo impressionante di violazione o di aggiramenti di legge. Sembra che solo una parte della magistratura – grazie al lavoro incessante di magistrati come Pierpaolo Bruni ed Eugenio Facciolla – sia in grado, con i tempi e le modalità proprie, di mettere freno al disegno criminoso.

Si va dall’infiltrazione mafiosa, alle corresponsabilità politiche, fino ai dettagli di imprenditori, funzionari o tecnici coinvolti.

Ma non basta: è oramai evidente che l’aggiramento della legge o la sua interpretazione parziale coinvolge: pezzi dello stato, dirigenti comunali, amministratori collusi e professionisti affiliati al sistema. Infine è gravissimo il problema della connivenza che viene adottata a favore di presunti benefici sociali…” sono costoro i primi responsabili dell’intero panorama corruttivo”.

La coscienza della tutela del benessere generale non fa ancora parte della consapevolezza civica, con la quale ogni abitante tutelano il proprio diritto ed esige l’applicazione di un corretto funzionamento dei fenomeni che incidono nell’equilibrio della propria esistenza.

Né esistono istituzioni pubbliche – la politica per prima – capaci di imporre standard di rispetto del corretto convivere.
Sembra in particolare che i politicanti del Tirreno siano succubi di quanti (pochi – padronali – capi bastoni) gestiscono le risorse pubbliche, con libertà di rompere equilibri essenziali al funzionamento corretto del vivere comune.

Sembra non esserci freno alla corruzione che permette di violare diritti delle persone nel lavoro, nelle risorse, nei luoghi dove il popolo vive.

La corruzione è generale perché ognuno viene coinvolto offrendo, consapevolmente o inconsapevolmente, il proprio contributo: i fondi pubblici (un appalto, una mazzetta o una mancetta) sono sufficienti a rendere corrotti e corruttori. Una spirale che sembra non avere vie di uscita perché è coinvolta buona parte della popolazione, offrendo vantaggi e nascondendo i costi, con prezzi pagati pesantemente da chi è indifeso.

Sottrarsi alle responsabilità non serve. Accettare un una candidatura alle elezioni amministrative piuttosto che un impegno in prima linea in cambio di un misero appalto pubblico, significa essere artefice di corruzione. Se non saranno le coscienze civili a esigere trasparenza e legalità, ci penserà la parte sana della Magistratura – raggiunti i limiti insopportabili – a riequilibrare le cose. Forse è meglio confidare nella Giustizia e nel Lavoro dei magistrati seri contro i corrotti, corruttori e sudditi. Resistiamo insieme, la Giustizia è lenta ma alla fine arriva.

Un cittadino dell’Alto Tirreno Cosentino