Lettere a Iacchite’: “Cosenza, Irina è invisibile anche da morta: 64 giorni senza sepoltura”

Spettabile redazione di Iacchite’,

vi scrivo a nome di chi ha conosciuto Irina (la donna ucraina morta sulle scale del cinema Italia) qui a Cosenza, la quale nella nostra città è stata un’invisibile da viva, ultima tra gli ultimi e continua ad essere un’invisibile anche da morta. In balia di una burocrazia così civile che non riesce a dare pace neanche ai morti!

Irina è morta il 30 luglio 2020 in totale abbandono in mezzo alla strada. Dopo le funzioni di rito quali il riconoscimento della salma con successivo dissequestro della stessa avvenuta  dopo le ferie estive, inizia per lei un percorso tortuoso e a oggi ancora incerto, passato  prima per gli assistenti sociali, i quali increduli dissero di non sapere che questa donna  viveva nel disagio per strada (eppure era sotto gli occhi di tutti che per ben 18 mesi visse a Cosenza nel degrado più totale per strada, neanche fossimo a Città del Messico!!!) per poi arenarsi al settore welfare del Comune di Cosenza, che ha alzato bandiera bianca e ha detto: “Niente fondi: abbiamo le casse vuote”, bloccando  i servizi cimiteriali del Comune e  intanto la salma della povera Irina continua ad essere l’ultima tra gli ultimi in una cella frigorifero dell’obitorio dell’ospedale civile di Cosenza da 64 giorni…

Questa è civiltà? Vogliamo dare una umile ma degna sepoltura a questa donna ucraina e cristiana? Che fanno in questi casi le associazioni e la Caritaa?
Vogliamo dare una degna sepoltura a Irina? Vogliamo essere un paese civile?
Può la Caritas occuparsi veramente di lei e anticipare le somme dovute dal welfare del Comune di Cosenza per il trasporto e la tumulazione della salma di Irina?
Irina direbbe grazie Italia grazie Cosenza !!
Il nostro desiderio è quello di potere almeno recitare una preghiera sulla sua tomba, portare un fiore e ricordare la sua grande ironia anche nei momenti più bui della sua esistenza.
Lettera firmata